E tramite un documento politico congiunto parlano all’unisono la consigliera Tiziana Lezzi (Udc) e i due ex assessori Mimmo Quarta (Fratelli d’Italia) e Noemi Puce (Udc), che nel rimpasto dell’estate scorsa sono stati estromessi dall’organo di governo ed hanno poi dato vita al gruppo misto.
I firmatari, in rotta con l’amministrazione, confermano la loro adesione alla maggioranza (“ma solo per rispetto del mandato elettorale”), attaccano su più fronti e ribadiscono “libertà di voto” in Consiglio.
“In seguito alle manovre politiche compiute nello scorso luglio, ed in relazione agli ultimissimi avvenimenti che hanno determinato fermento e confusione, riteniamo doveroso ed opportuno - scrivono i tre - esprimere e spiegare ai cittadini la nostra attuale posizione politica. Esprimiamo il nostro rammarico perché vediamo allontanarsi giorno dopo giorno la realizzazione del progetto “Cambia Monteroni”, nel quale noi abbiamo sempre creduto e in cui continuiamo a credere. Un progetto, il nostro, nato e fortemente condiviso da sindaco, vicesindaco, assessori, consiglieri, componenti non eletti e tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo alla realizzazione: un disegno globale che ha convinto tantissimi cittadini che ne hanno decretato la vittoria. Un progetto però ultimamente stravolto - accusano Lezzi, Puce e Quarta - oltre che nei contenuti e nei programmi ritenuti prioritari per l’intera comunità, anche sotto l’aspetto politico e in contrasto con quanto condiviso in partenza”.
I tre consiglieri ribadiscono poi di essere “ancora in attesa delle motivazioni che hanno generato il nuovo assetto politico-istituzionale inaspettato, che è in collisione con la volontà dei cittadini e in divergenza con gli accordi politici. Riteniamo - affermano - che questo nuovo assetto necessiti di risposte vere soprattutto dal sindaco. Risposte che anche ogni singolo consigliere, rivestendo una carica pubblica, ha il dovere di dare, rischiando altrimenti di appiattire e disattendere un impegno politico e morale”.
Lezzi, Puce e Quarta entrano poi nel merito dell’attività amministrativa.
“Era stata annunciata una vera e propria svolta dopo il rimpasto dell’organo di governo con l’inserimento di nuovi obiettivi. Però, il nuovo Dup, il Documento unico di programmazione, è rimasto invariato e addirittura ha visto eliminate importanti opere pubbliche rispetto all’anno precedente. La fretta di fare e di dimostrare a tutti costi - sostengono i dissidenti - sta generando solo delibere piene di inesattezze, che, seppur talvolta positive nel fine, creano tanta confusione e imbarazzo al momento dell’approvazione in Consiglio oppure in fase esecutiva”.
Una presa di posizione che suona come una presa di distanze dall’amministrazione. Un documento che traccia quasi un solco e che conferma come l’esecutivo possa avere certezza solo di 9 voti (su 17): ovvero una maggioranza risicata che si regge su una sola alzata di mano.
“Ci dispiace dirlo - tuonano infine Lezzi, Puce e Quarta - ma sono state deluse le aspettative degli elettori dimostrando poco rispetto per le regole e soprattutto per le persone. Noi ribadiamo che, nonostante una poco elegante chiusura nei nostri confronti, rimaniamo consiglieri di maggioranza in quanto diamo fede ad un mandato elettorale, ma allo stesso tempo abbiamo la libertà di chi non ha le mani legate. Di volta in volta faremo le migliori scelte politiche nel rispetto di un solo obiettivo: il bene della nostra comunità”.