E riserva a sindaco e capogruppo - gli unici, a suo parere, ad averne titolo - il commento al “terremoto” di qualche mese fa con conseguente rimpasto di giunta e clamorosa “riduzione” della maggioranza che ha vinto le elezioni. Anzi, si rifugia nell'esperienza amministrativa del compianto sindaco Pippi Pati per ricordare che nonostante si reggesse su un solo voto “è stata la migliore amministrazione per capacità progettuale e per visione politica”. Ma sulle cose da fare, su quelle no, non si tira indietro a partire dalla delusione per il mancato finanziamento del progetto di recupero del Velodromo e del parco circostante da parte del Bando “Sport e periferie”. Non molla Toma ed è convinto nonostante, in queste ore, gli attacchi delle opposizioni non si siano fatti attendere, che il gioco di squadra con a capo le delegazioni parlamentari salentine di Pd e Cor (area di riferimento dell'ex sindaco Lino Guido che, come di consueto non è stato affatto morbido sull'esclusione del progetto monteronese dai fondi Coni) potrebbe essere la vera chiave di volta della vicenda che - a suo dire - ha il sapore della beffa. Chiude l'intervista spiegando perché voterà No al Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
Assessore Toma, il Comune di Monteroni ha partecipato alla richiesta di finanziamento della legge 195 del 2015 (Sport e Periferie). Per quali strutture?
Ci sono state precisamente due richieste, presentate in due scadenze differenti. Una il 24 dicembre 2015 e l’altra il 15 febbraio 2016. Nella prima abbiamo presentato il progetto di finanziamento di 750mila euro per il completamento del Velodromo e rigenerazione del parco. Nella seconda abbiamo presentato il progetto di finanziamento di 500mila euro per l’adeguamento del Palazzetto dello sport. I due progetti in questione hanno motivazioni e storie differenti. Per il Velodromo sono ancora disponibili nel bilancio della Provincia 1 milione e 800mila euro dei 3 milioni e 300 mila euro derivanti dal finanziamento del progetto originario del 2001. Le somme a nostra disposizione però non sono più sufficienti per terminare l’opera perché gli anni di abbandono del cantiere e del parco hanno prodotto danni non calcolati e non prevedibili dal progetto originario. È per questo motivo che appena ci si è presentata la possibilità del finanziamento del Coni abbiamo immediatamente fatto richiesta. I tecnici della Provincia, nei loro sopralluoghi, hanno calcolato in 250mila euro le somme necessarie al completamento dell’impianto (sommate al milione e otto) e 500mila euro le somme necessarie per il recupero del parco. Per il Palazzetto dello sport si è reso necessario un restyling dovuto dal fatto che la nostra squadra di basket, orgoglio di tutti noi monteronesi, milita oramai nel terzo campionato nazionale e necessita di un impianto all’altezza. Ci tengo a precisare, per onore di cronaca, che il campo sportivo ed il circolo tennis sono destinatari di due progetti di project financing inseriti nel nostro piano triennale delle opere pubbliche.
Non è bastata la presenza di un campione del calibro di Francesco Moser per ottenere questi finanziamenti aggiuntivi da parte del Coni, quali carte si giocheranno il Comune e la Provincia per tentare l’estremo tentativo finalizzato al recupero del Velodromo?
La presenza di Moser è stata fortemente voluta dal Presidente della Provincia Antonio Gabellone, che colgo l’occasione di ringraziare per l’impegno e la passione con le quali ha seguito tutto l’iter del finanziamento. Sapevamo che era il Coni a decidere. Ci siamo giocata una delle carte più autorevoli del movimento sportivo italiano. È servito a portare a conoscenza del mondo dello sport che quella struttura vuole tornare a vivere. Purtroppo i criteri applicati dalla commissione composta dal Coni e dall’Avvocatura dello Stato non ci hanno agevolato. Il 70% degli interventi finanziati non superano i 200mila euro per il criterio della immediata eseguibilità delle opere. Gli altri non superano i 500mila euro. Sono pochissimi i finanziamenti oltre i 700mila euro e, per un criterio a mio avviso discutibile della commissione, sono stati destinati a strutture che insistono su città con oltre 20mila abitanti. Alla fine il Velodromo si è classificato 186° su 1700 progetti presentati. Ne hanno finanziati 183. Secondo le notizie che ci giungono dal Presidente provinciale del Coni Antonio Pascali, siamo il primo progetto in graduatoria di 750mila euro per una città inferiore ai 20mila abitanti. Un verdetto che somiglia a una beffa.
Ci saranno altre possibilità o questo era l’ultimo treno?
Non so se ci saranno altre possibilità. Questo treno è troppo importante e vorremmo tentare di prenderlo a tutti i costi. Anche in corsa.
Quindi ci sono speranze di ripescaggio?
Parto dalle dichiarazioni del Presidente Malagò nella conferenza stampa dell’altro ieri. Egli ha dichiarato espressamente che i progetti rientrati nel finanziamento devono essere vagliati prima delle convenzioni, per stabilirne la regolarità tecnica e la fattibilità. Non è escluso che, essendo il nostro progetto terzo in tutta Italia tra quelli non finanziati, possa essere ripescato. Ma non è questo il passaggio più interessante, né possiamo stare fermi ad aspettare l’inciampo di altri. Nelle sue conclusioni parla della possibilità di investire ulteriori somme per il bando in questione, rimandando al governo la scelta di farlo nella legge di stabilità in discussione in queste settimane. E qui entra in gioco la politica. Da assessore del mio comune e da vicesegretario provinciale del Pd, ho già contattato la delegazione parlamentare salentina del mio partito, chiedendo espressamente un impegno istituzionale per far si che il governo opti per il rifinanziamento. So che lo stesso sta facendo in queste ore il Presidente Gabellone con la delegazione parlamentare dei Cor. Lavoreremo di squadra e a tutti i livelli per arrivare all’obiettivo. È troppo importante.
Non si possono congelare i lavori della pista e tentare il recupero del parco del Velodromo?
Recuperare un parco con un enorme cantiere dentro abbandonato e pericoloso non è un’idea percorribile. Le due cose vanno di pari passo. Ha senso solo recuperare il parchetto davanti, isolandolo dal resto della struttura per evidenti questioni di sicurezza. Ci stiamo lavorando da un anno ed è nostra intenzione aprirlo per l’estate 2017.
Cambiamo argomento assessore. Qual è lo stato di salute dell’amministrazione comunale? Dopo la “scossa” estiva sarà possibile recuperare i consiglieri del Gruppo misto che hanno preso le distanze dalla maggioranza?
Su questo possono esprimersi solo il Sindaco ed il Capogruppo Manfreda. Io sono solo un assessore e non è mio compito intervenire sulle questioni politiche. Conosco bene il galateo della politica e ho sempre tentato di rispettarlo. La politica è fatta di compiti e di responsabilità specifiche. A ognuno il suo. Ci tengo solo a fare una considerazione personale. Se ne sono dette tante in questi mesi sul rimpasto di giunta, declinandolo molto spesso come gioco politico o come mera girandola di poltrone. Nessuna richiesta di assessorato è mai pervenuta dal mio partito nei confronti del Sindaco Storino. La sua è stata una scelta fortemente autonoma e personale. Io ho rispettato le sue volontà e sempre le rispetterò. Lei sa che sarò sempre al suo fianco, da assessore, da capogruppo o da semplicissimo consigliere. Perché credo in lei, nelle sue capacità e nel forte elemento di novità che rappresenta la sua figura nel panorama politico monteronese. E poi ha una caratteristica unica: lei ama la gente ed è amata dalla gente. Una vera e propria attitudine ”umana” a coniugare politica, responsabilità ed impegno civile che non mi era mai capitato di vedere finora. Chapeau.
Quanto può essere forte e capace di incidere, una amministrazione che si regge per un voto?
Le faccio un esempio. La più rimpianta amministrazione degli ultimi trent’anni a Monteroni è stata l’amministrazione Pati. Quell’amministrazione ha governato per tutto il suo mandato con un solo voto in più rispetto all’opposizione, 16 a 15 compreso il Sindaco, e con uno schieramento di maggioranza estremamente eterogeneo che metteva insieme realtà politiche che andavano da Rifondazione Comunista al Movimento Sociale Italiano. Eppure è stata la migliore amministrazione che io ricordi, per capacità progettuale e per visione politica. Certo, noi non abbiano l’esperienza che aveva quella classe dirigente. Siamo tutti alla nostra prima esperienza di governo. Ma abbiamo passione e volontà. Ed è altrettanto vero che la politica si regge sui numeri, ma vive e prende forma sulle idee e sulla capacità di vedere al di là del proprio naso. È di queste ultime due caratteristiche che abbiamo il dovere di attrezzarci. E di nient’altro.
A nostro parere la frattura più insanabile è quella con la consigliera Lezzi in quanto il suo più che un ruolo politico aveva i contorni di un rapporto basato sulla fiducia tra persone. È d'accordo?
Ripeto. Non parlo di questioni che non attengono al mio ruolo. Posso solo dirle che non concordo con la premessa. I rapporti politici sono rapporti politici. I rapporti personali sono un’altra cosa. Non si possono fare scelte di natura pubblica sulla base di rapporti personali. Sarebbe sbagliato. E poi non sono d’accordo sull’insanabilità della frattura. La politica, come la vita, è fatta di sfumature. Non esistono solo il bianco e il nero. È credo che, su questo, la consigliera Lezzi possa essere d’accordo con me. Ma questa vi prego di considerala solo una mia opinione personale.
Dopo lo stanziamento dei 210mila euro per strade e scuole ci sono in programma altri progetti?
Le priorità dell’amministrazione, anche per il 2017, rimangono la riqualificazione di strade e aree verdi attrezzate. Questo per quanto riguarda i fondi comunali. Come per il Velodromo, intendiamo accedere a linee di finanziamento per altre due opere strategiche: Piazza della Repubblica e la strada di collegamento con Ecotekne.
State lavorando per la riqualificazione di Piazza della Repubblica e del mercato coperto?
Entro il 2016 bandiremo il concorso di idee per la progettazione. Si tratterà di un progetto a stralci funzionali che riguarderà la ristrutturazione del mercato coperto e la rigenerazione di Piazza della Repubblica.
Visto lo stato del basolato di piazza Falconieri ci si chiede se la piazza sarà mai chiusa al traffico?
Lo stato del basolato di Piazza Falconieri non è dei migliori. A mio avviso non può essere solo colpa del traffico veicolare. Vi è proprio una carenza strutturale e progettuale. Comunque non mi sottraggo alla domanda. Un contenitore della bellezza di Piazza Falconieri ha, per forza di cose, una naturale vocazione alla chiusura al traffico e alla sola circolazione pedonale. Il punto è renderlo fruibile dal maggior numero di persone possibile per non annientare le numerose attività commerciali. Un grosso passo in avanti si farà nelle prossime ore. E parlo del protocollo d’intesa tra Università del Salento e Comune di Monteroni per l’utilizzo del Palazzo Ducale per discussioni di tesi di laurea e manifestazioni varie come seminari e convegni di studio. Già il 18 di questo mese il Senato Accademico dell’Università sarà chiamato ad approvare il protocollo alla presenza, per la prima volta della storia, del Sindaco di Monteroni che prenderà parte al Senato stesso. Il 21 toccherà al nostro Consiglio Comunale che si terrà alla presenza del Magnifico Rettore Vincenzo Zara. Un passo in avanti che Monteroni aspettava da anni e che finalmente è arrivato, portando centinaia di persone a frequentare il nostro Palazzo e la nostra Piazza.
Assessore, per finire, qual è la sua posizione in merito al Referendum Costituzionale? No perché?
Non sono un costituzionalista e me ne guarderei bene dal declamare verità assolute. Guardo alle cose sempre con laicità e cerco di farmi un’idea nel limite dei miei strumenti e delle mie competenze. Mi ritengo un uomo di intelligenza media. Ancora oggi i compiti e il ruolo di questo nuovo Senato non mi sono del tutto chiari. Diciamo che se l’obiettivo era quello di semplificare l’iter legislativo dando al Paese un Senato di natura federale evitando la doppia lettura delle leggi, ho l’impressione che non l’abbiamo centrato. Poi può anche essere che l’obiettivo non fosse questo. Ma almeno diciamolo con chiarezza. Quindi voterò No perché penso che l’approccio sia sbagliato. Si parla di costi della politica. I costi della politica sono i costi della democrazia. Poi possiamo e dobbiamo discutere dei privilegi inaccettabili che ancora oggi non vengono toccati. A mio avviso sarebbe stato meglio dimezzare i privilegi e non diminuire i privilegiati. Questa riforma impedisce ai cittadini di scegliere i senatori e quindi contrae i diritti democratici. Al contempo costituisce un’èlite sempre più ristretta che, per forza di cose, sarà sempre più privilegiata. E non parlo solo di emolumenti. Parlo soprattutto di potere gestionale e di rendite di posizione. E poi penso che ormai si approccia alla democrazia come alla tecnica della governabilità. Per carità. La governabilità è un principio necessario. Ma esso non può prevaricare il principio della rappresentanza. La democrazia, a mio avviso, ha innanzitutto il compito di dare voce a tutti e non ad uno solo. Ho l’impressione che il famoso combinato disposto metta nelle mani del capo del partito più forte una maggioranza spropositata e in gran parte nominata da lui stesso. O, per il senato, da chi per lui.