Emanuele Monaco, arrestato lo scorso luglio con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (LEGGI ARTICOLO).
La sentenza è stata emessa dal gup Michele Toriello. Mentre l’imputato era difeso dagli avvocati Stefano Pati e Massimo Bellini.
Il monteronese era stato tratto in arresto il 18 luglio scorso al termine di un’operazione congiunta compiuta dai carabinieri della stazione locale e dai colleghi della Compagnia di Lecce. L’insospettabile coltivatore (non aveva mai avuto problemi con la giustizia fino ad ora) aveva realizzato una piantagione di marijuana in un appezzamento non lontano dalla sua abitazione: in tutto 490 piante di cannabis, oltre 104 barbatelle di marijuana e 588 semi di canapa. Dopo l’udienza di convalida l’imprenditore ottenne i domiciliari (LEGGI ARTICOLO).
Monaco riferì di aver avviato la coltivazione per “curiosità” e senza un preciso obiettivo: una tesi che non ha convinto il giudice, che al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto applicando però la misura della detenzione domiciliare, così come richiesto dal pm Giovanni Gagliotta.
Nelle motivazioni, il gip Stefano Sernia ha infatti eccepito che una coltivazione organizzata e con un quantitativo così ingente di marijuana non possa che essere finalizzata alla produzione di sostanze stupefacenti da destinare allo spaccio e ad ottenere quindi proventi.