una rigogliosa piantagione di marijuana coperta da teloni.
Il 40enne incensurato - che fino ad ora non aveva mai avuto problemi con la giustizia e che sin da subito si è assunto la responsabilità escludendo qualsiasi coinvolgimento dei suoi familiari - aveva allestito un “vivaio” domestico: nella “serra” c’erano 490 piante di cannabis (alte fino a 1 metro e 80 centimetri), oltre a 104 barbatelle di marijuana e 588 semi di canapa rinvenuti nell’appartamento adiacente.
Il piccolo imprenditore, assistito dall’avvocato Massimo Bellini, questa mattina è stato sentito dal Gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
Monaco ha riferito di aver avviato la coltivazione per “curiosità” e senza un preciso obiettivo: una tesi che non ha convinto il giudice, che al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto applicando però la misura della detenzione domiciliare, così come richiesto dal pm Giovanni Gagliotta.
Nelle motivazioni, il gip Sernia ha infatti eccepito che una coltivazione organizzata e con un quantitativo così ingente di marijuana non possa che essere finalizzata alla produzione di sostanze stupefacenti da destinare allo spaccio e ad ottenere quindi proventi.
Il 40enne ha poi lasciato in giornata la Casa circondariale di Lecce ed ha raggiunto la sua abitazione per proseguire la custodia cautelare ai domiciliari.