Si tratta di un comitato civico, con sede in via Roma, che ha mosso i primi passi alcune settimane fa (LEGGI ARTICOLO).
Come è noto, la stangata dell’ecotassa si abbatterà anche su Monteroni, uno dei 23 comuni della Provincia che non hanno raggiunto l’incremento richiesto (5% in più) rispetto alla media di raccolta differenza dei rifiuti, e che quindi dovranno pagare l’aliquota più alta (LEGGI ARTICOLO).
E come prima azione, nei giorni scorsi, il comitato ha protocollato a Palazzo di Città una nota inviata al sindaco Angelina Storino, all’assessore con delega all’igiene Vincenzo Toma e all’intero Consiglio comunale, formalizzando la richiesta di un faccia a faccia e di un’assemblea con gli esponenti del governo cittadino.
Tra i firmatari, nonché promotori del comitato, figurano gli ex assessori Massimo Lorenzo e Gian Luca Barba, il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi, l’ex presidente dei commercianti Vincenzo Magliocchini. Una ventina in tutto gli attivisti, tra cittadini e professionisti.
Tra i vari nomi anche quelli di Roberto Montedoro, Antonio Favale, Riccardo Micelli, Elio Pasca, Francesco Maci, Antonio Mazzotta, Fernando Visconti.
L’iniziativa è finalizzata a “proporre azioni concrete e strategie agli organi competenti”.
Tuttavia, nella lettera inviata a Palazzo di Città il gruppo di lavoro contesta all’amministrazione di “non aver promosso alcun incontro pubblico, campagna di sensibilizzazione e comunicazione per informare i cittadini sulla questione rifiuti/tasse e di non aver avviato l’isola ecologica”, oltre a lamentare “la mancata introduzione degli acquisti verdi e l’assenza di una incisiva politica di riduzione e recupero dei rifiuti e delle buone pratiche di incentivazione del compostaggio domestico e collettivo”.
I promotori esprimono quindi “preoccupazione per l’ulteriore e imminente aumento della Tari che colpirà le famiglie, oltre che le attività commerciali e artigianali rimaste, che dovranno far fronte ad una tassa iniqua e gravosa. E c’è da fare i conti - aggiungono - anche con altri possibili aumenti dovuti alla sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato l’Ato e alla chiusura della discarica di Cavallino”.