A chiederlo è il Movimento5Stelle di Monteroni con una nota indirizzata al primo cittadino Angelina Storino e all'amministrazione comunale. Un’istanza dei responsabili del meetup locale, Alessandro Caprioli ed Ivan Bisconti, che arriva all'indomani del blitz della Squadra Mobile, che in un’azienda agricola di Monteroni, situata a ridosso della provinciale per Lecce, ha tolto il velo sull'ennesima storia di caporalato e sfruttamento del lavoro nel Salento: 32 braccianti extracomunitari costretti a vivere in condizioni disumane (LEGGI ARTICOLO). E a lavorare fino a 12 ore nei campi per raccogliere pomodori, sotto il sole cocente e al cospetto di una paga da fame.
L’inchiesta ha portato all’arresto del caporale, un pakistano di 36 anni, e alla denuncia in stato di libertà per i titolari dell’azienda, una coppia di coniugi. “Sinceramente non ce lo aspettavamo che Monteroni potesse balzare alle cronache per un episodio di economia criminale ed in particolare per una vicenda di caporalato, nefasto connubio tra lavoro nero ed attività delittuose, che in questo caso riguarda lo sfruttamento di braccianti agricoli in totale regime di schiavitù”, evidenziano i pentastellati. Una storia che andava avanti da tempo, ad un tiro di schioppo dall'abitato. Ecco perché i CinqueStelle chiedono più controlli nelle campagne, soprattutto nel periodo estivo: una maggiore presenza per contrastare la piaga dello sfruttamento. E non solo. Gli attivisti grillini denunciano infatti anche il rischio che “i braccianti agricoli in totale regime di schiavitù, di origine extracomunitaria, possano diventare assieme alle persone del posto in difficoltà economica un grosso bacino per la malavita da cui attingere nuova manovalanza a basso costo”.
Infine, “suggeriamo al sindaco – aggiungono i CinqueStelle - di interpellare i sindacati di categoria e anche lo Spesal per un migliore e capillare presidio dell'agro monteronese. Auspichiamo con fermezza che i lavoratori utilizzati durante la raccolta nei terreni agricoli siano trattati come persone, e che i loro datori di lavoro siano uomini e non caporali”.