alla richiesta di dimissioni inoltrata dal gruppo locale dei renziani formalizzata con una dura “lettera aperta” (LEGGI ARTICOLO). La missiva, firmata da 12 iscritti (tra cui attuali ed ex amministratori comunali), attacca tra le righe anche il vicesegretario provinciale del Pd, Vincenzo Toma, e invita l’esecutivo cittadino ad attuare il programma elettorale.
“A chiedere le mie dimissioni sono 12 iscritti su 130. E tutti della stessa corrente. Ricordo ai firmatari, che direttamente o indirettamente rappresentano il passato, che lo stallo dell’azione politica e la mancanza di una sede è anche loro responsabilità, dato che molti non hanno collaborato alla raccolta fondi per le spese di gestione”, tuona Guido. Che poi chiarisce: “La mia carica di commissario non è legata a nessun vincolo di natura fiduciaria con gli iscritti al partito di Monteroni, essendo stato nominato dal segretario provinciale Salvatore Piconese, a cui spetta il potere di revocarmi, e a cui chiedo di fare chiarezza sulla questione”.
Insomma, è guerra in casa Pd.
Ecco il testo integrale della lettera di risposta firmata da Luca Guido:
“In merito alla lettera aperta in cui, 12 iscritti su 130, tutti della stessa corrente, chiedono le mie dimissioni da commissario cittadino del Partito Democratico, in una sorta di resa dei conti post congresso nazionale, vorrei chiarire alcuni punti.
Per mia indole ed educazione sono abituato a risolvere i problemi discutendo con i miei interlocutori nelle sedi opportune anziché uscire sui giornali, in linea anche con ciò che il nuovo segretario nazionale ha detto durante il discorso di insediamento la scorsa domenica, sintetizzata dalla frase “basta polemiche, pensiamo al Paese”, peccato che i suoi seguaci monteronesi facciano esattamente il contrario.
Vorrei solo ricordare ai signori firmatari, i quali direttamente o indirettamente rappresentano il passato, pur ergendosi a paladini del futuro e della modernità, che lo stallo dell’azione politica e la mancanza di una sede fisica porta anche la propria firma, più e più volte assemblee degli iscritti convocate negli anni passati sono andate deserte per la mancanza proprio dei firmatari così come, parte degli stessi, nonostante eletti in organi istituzionali e di partito, non siano stati collaborativi alle sottoscrizioni per la gestione della sede fisica e le spese di gestione.
Ciò detto e ricordato, tengo a precisare che la mia carica non è legata a nessun vincolo di natura fiduciaria con gli iscritti al partito di Monteroni, essendo stato nominato dal segretario provinciale proprio per risolvere le questioni che alcuni tra i firmatari avevano contribuire a creare. E’ pertanto al segretario provinciale che mi appello affinché faccia chiarezza sulla questione, revocando qualora lo ritenga opportuno la mia carica, dichiarandomi sin da ora disponibile a lavorare, con la testa bassa e senza la velleità di avere i gradi sulle mostrine, a prescindere da incarichi o meno al contrario di altri, per il bene di Monteroni in primis e poi di tutto il resto, così come faccio da anni, non solo nell’ambito politico ma anche in quello sociale”.