Non c’è pace per il monteronese Giuseppe Palma, coinvolto nella vicenda delle tangenti per lavori alla centrale Enel di Cerano. Un’inchiesta che ha provocato sino ad oggi 5 arresti tra dipendenti e funzionali dell’azienda (LEGGI ARTICOLO). Pochi giorni fa il titolare della ditta di Monteroni si è presentato presso gli uffici della questura di Lecce per denunciare un’intimidazione. Il 47enne è infatti alle prese con continue minacce. La mattina del 3 ottobre notando il postino uscire dall’atrio del condomino in cui vive si è precipitato per leggere la posta. Nella cassetta delle lettere vi era una busta di colore giallo con all’interno due pallottole ed un avvertimento: “Ritira le denunce a Roma, il prossimo è per te”. Preso dallo spavento ha così avvertito subito il suo avvocato e denunciato il fatto al personale della squadra mobile del capoluogo salentino.
Per Palma purtroppo, non è la prima volta. Solo lo scorso 5 settembre il monteronese ha raccontato ai carabinieri di essere stato raggiunto in macchina da cinque colpi di pistola (LEGGI ARTICOLO). Fortunatamente senza subire gravi conseguenze. La terza intimidazione invece, risale al 16 agosto: il 47enne si trovava sulla tangenziale di Lecce e sarebbe stato affiancato da tre individui. Uno dei quali a gran voce gli avrebbe riferito: “Ritira tutto o al processo vivo non ci arrivi”.
Nella scorsa primavera, in diverse occasioni Palma è salito sul nastro trasportatore di Cerano per minacciare il suicidio e protestare contro il mancato pagamento di alcune fatture per lavori già eseguiti. Da allora per lui ha avuto inizio un calvario con il susseguirsi di minacce e intimidazioni. Le forze dell’ordine non smettono di indagare sul caso. Nel frattempo il monteronese continua a temere per la propria vita e quella dei suoi cari.