Cinque arresti per tangenti alla centrale Enel Federico II di Brindisi. L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori di Brindisi Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio, ha reso giustizia alla denuncia sporta dell’imprenditore quaranteseienne monteronese Giuseppe Luigi Palma. Quest’ultimo, titolare di una ditta appaltatrice della società elettrica, ha fatto partire le indagini segnalando di aver pagato tangenti per ottenere degli appalti e lavorare per la centrale. Tant’è che anche lo stesso imprenditore risulta quindi iscritto nel registro degli indagati.
Secondo quanto emerso, sarebbe stato chiesto il 5% in termini di tangenti, in cambio di rivelazioni dei requisiti per partecipare ad appalti edili. Palma, che aveva dapprima denunciato i fatti all’Enel e poi alla Procura, ha dovuto subire anche una querela sporta dall’azienda brindisina.
I cinque arrestati, uno in carcere (Carlo Depunzio, addetto alle relazioni esterne territoriali della centrale) e quattro ai domiciliari (Domenico Iaboni di Roma, Carlo Depunzio di Mesagne, Fabiano Attanasio di San Martino delle Battaglie; Vito Gloria di Brindisi e Nicola Tamburrano di Torre Santa Susanna) oltre ad aver quindi favorito un’azienda negli appalti, indicandole le cifre da presentare in sede di gara, sono accusati anche di altro. Emergono infatti nuovi illeciti. Stando a quanto ipotizzato dai magistrati avrebbero anche attestato falsi stati di avanzamento dei lavori, liquidando fatture per lavori mai eseguiti ed omesso i controlli che, invece, sarebbero spettati a loro.
Il “la” per l’accelerazione dell’indagine è arrivato circa due mesi fa, quando il 7 marzo l’imprenditore monteronese salì sul nastro trasportatore della centrale “Federico II” minacciando il suicidio. Puntò il dito proprio contro il sistema degli appalti all’interno della centrale termoelettrica di Brindisi (LEGGI ARTICOLO). Due giorni dopo fu ascoltato in procura, dove ebbe modo di raccontare l’iter illecito della faccenda.
Enel nel frattempo ha commentato così gli sviluppi giudiziari di questi giorni: “In relazione agli arresti di alcuni dipendenti di Brindisi, Enel evidenzia che l'indagine della Procura della Repubblica trae origine dalla denuncia presentata dalla stessa società nel mese di gennaio. Enel, durante questo periodo, ha costantemente fornito alla Procura ogni elemento utile per fare piena chiarezza sull'intera vicenda. L’azienda ha peraltro adottato i provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti per i quali attraverso le verifiche interne erano stati già individuati elementi di responsabilità. Enel confida nell'operato della magistratura e ribadisce la propria collaborazione al prosieguo delle indagini”.
Sulla vicenda replica anche la “Palma Asfalti srl”: “Riguardo le notizie riportate, è vero che Enel ha denunciato/querelato i fatti in questione il 12/01/2017 tramite l'ing. Molina, ma solo dopo che avevamo esposto da circa sei mesi i fatti noti. Tutto supportato da mail inconfutabili e addirittura nel dicembre del 2016 contestualmente ad un incontro con i vertici Enel a Roma mi venivano bonificati 22mila euro sul conto personale proprio dall'amministratore della linea Enel produzione carbone, ing. Giuseppe Molina, nonostante mesi prima mi veniva comunicato che nei conteggi fatti da Enel nel dare-avere, era Enel addirittura ad essere in credito nei confronti della mia azienda, quando invece a tutt'ora la mia azienda è creditrice di lavori non inficiati, e somme accantonate in garanzia e furti di attrezzature notevoli regolarmente denunciati, tutto supportato da regolare carteggio”.