A finire sotto tiro, quindi, l’imprenditore che con la sua denuncia ha fatto scattare l’indagine sulle tangenti pagate per i lavori in appalto realizzati nella centrale Enel di Cerano.
Un’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Brindisi, che nei mesi scorsi ha portato all’arresto di cinque dipendenti e funzionari della società elettrica accusati di corruzione (in concorso con lo stesso imprenditore monteronese che ha denunciato i fatti e svelato il sistema).
Peraltro, nella scorsa primavera, in diverse occasioni lo stesso Palma è salito sul nastro trasportatore di Cerano per minacciare il suicidio e protestare contro il mancato pagamento di alcune fatture per lavori già eseguiti.
Tornando al grave ed inquietante episodio avvenuto nelle scorse ore, l’imprenditore di Monteroni ha denunciato ai carabinieri di essere finito nel mirino di un commando. Il fallito attentato si sarebbe verificato ieri, mercoledì 6 settembre, intorno a mezzogiorno, lungo una stradina secondaria che sorge in una zona di periferia tra Monteroni, Lequile e San Pietro in Lama.
Da brividi il racconto che lo stesso Palma ha reso agli inquirenti. L’imprenditore, mentre era alla guida della sua vettura, è stato affiancato da un’auto scura (con due individui a bordo) dalla quale sono partiti cinque colpi di arma da fuoco, esplosi ad altezza uomo, che hanno centrato lo sportello dei veicolo.
Dopo le prime due pistolettate, Palma ha sterzato finendo fuori strada ed andando a sbattere contro un palo della segnaletica. Si è quindi rannicchiato sul sedile, mentre dall’altra auto sono stati esplosi altri colpi di pistola. Momenti di puro terrore, durante i quali l’imprenditore di Monteroni ha temuto di essere ucciso.
I sicari sono poi fuggiti, mentre Palma è uscito dall’abitacolo e si è nascosto in un uliveto adiacente, nell’attesa dell’arrivo dei carabinieri che era riuscito a contattare tramite il cellulare. Sulla sua auto i militari hanno poi riscontrato alcuni fori. Secondo la ricostruzione fornita dalla vittima, l’agguato si è verificato in via Pisello, in territorio di Lequile, proprio nei pressi dell’ingresso del centro diagnostico “Calabrese”, ad un tiro di schioppo dalla provinciale Lecce-San Pietro in Lama. Al vaglio degli inquirenti le registrazioni di alcune telecamere private presenti in zona.
Peraltro, questo gravissimo episodio sarebbe stato anticipato da un altro pesante precedente. Risalgono, infatti, a venti giorni fa le minacce di morte riferite dal titolare della Palma Asfalti. Subito dopo ferragosto, all’uscita della tangenziale per Monteroni, un individuo alla guida di un’auto, dopo averlo avvicinato, ha inveito contro il 46enne dicendogli che non sarebbe arrivato vivo al processo. Cioè, quel processo che scaturirà dall’inchiesta sulle tangenti nella centrale di Cerano avviata proprio grazie alla denuncia dell’imprenditore di Monteroni.