Dopo l’ultimo tremendo incidente della scorsa settimana, scendono in campo i residenti per chiedere sicurezza e tutela della loro incolumità e di quella di tutti gli utenti della strada. Stiamo parlando del tratto della provinciale Lecce-Porto Cesareo compreso tra lo stabilimento “Inden” e il Velodromo degli Ulivi di Monteroni. Un curvone maledetto, già teatro di tragedie.
“Vivere qui è diventato un incubo costante. La situazione è ormai insostenibile. Ogni giorno è un rischio da affrontare: servono interventi urgenti”. A parlare è Maria Antonietta Lorenzo, che insieme con la sua famiglia - il marito e tre figli - vive nella villetta più volte bersagliata dalle paurose carambole di auto. E dal suo racconto traspare l’ansia di abitare al centro di quella curva.
Dal 2009 ad oggi, il muro d’ingresso della sua abitazione è stato abbattuto cinque volte. L’ultimo episodio risale alla sera dell’8 marzo scorso (LEGGI ARTICOLO). Può dirsi miracolato il giovane di 27 anni che era alla guida e che fortunatamente ha riportato solo lievi ferite. Negli anni scorsi, i residenti hanno denunciato più volte la pericolosità di quella striscia d’asfalto. Lo hanno fatto anche con una raccolta firme indirizzata alla Provincia e al prefetto, con cui hanno invocato interventi sulla sicurezza dell’arteria ma anche decisioni in grado di far rispettare del Codice della strada: in quel tratto il limite di velocità è di 50 km/h.
Tra i cinque precedenti (in 8 anni) in cui un’auto si è schiantata ed ha sbriciolato il muro della villetta, c’è purtroppo anche una tragedia che risale all’autunno del 2012, quando perse la vita una giovanissima ragazza.
“Questi giovani - afferma la signora Lorenzo - è come se fossero figli miei: che si tratti di un conoscente o di un estraneo, stiamo parlando di una vita umana. E la vita è una sola. Noi siamo in cinque e non so mai quando usciamo di casa cosa ci possiamo trovare davanti: viviamo nell’angoscia. In quest’ultimo episodio, mio marito era rientrato da appena un quarto d’ora. Per come sono andate le cose, si è verificato l’ennesimo miracolo. Nei giorni precedenti, peraltro, abbiamo sentito un’altra frenata terribile: un’auto - ricorda la donna - ha compiuto un testacoda davanti al cancello finendo per strisciare il muro della villa accanto. Ma non si può stare sempre col cuore in gola ogni volta che entriamo e usciamo di casa, oppure quando amici o parenti vengono a trovarci. O temere per la vita di tutti questi giovani ogni volta che sentiamo un botto infernale. È da anni - evidenziano i proprietari - che sollecitiamo l’intervento degli enti preposti, ma nulla è cambiato. Purtroppo la strada è molto pericolosa e quindi è fondamentale percorrere quella curva entro il limite di 50 km orari. La nostra è una battaglia di civiltà. La proposta che lanciamo - spiega Maria Antonietta Lorenzo - è quella di pensare ad un deterrente: come l'installazione, ad esempio, di autovelox fissi per il controllo della velocità e per sanzionare i trasgressori. Forse solo così si potrà evitare un’altra tragedia. Non possiamo abbassare la guardia: è in ballo la vita delle persone”.