Per i ragazzi di coach Massimo Dima resta il merito, quantomeno, di essere rimasti in gioco fino all’ultima giornata del campionato. Infatti, tenuto conto della concomitante sconfitta del Taranto, penultimo in classifica, se il Monteroni avesse vinto a Bisceglie sarebbe approdato ai playout, a scapito proprio dei cugini ionici. Invece è andata diversamente. Una circostanza che rende ancora più amaro questo ennesimo ko. Tuttavia, l’impresa era alquanto ardua, dato che il Monteroni ha incrociato nelle ultime due giornate della regular season le prime due della classe.
Si chiude un ciclo durato un intero lustro, cominciato con la promozione in B conquistata nella primavera del 2012. Poi cinque stagioni di fila nella serie cadetta in cui non sono mancate le soddisfazioni come le due storiche qualificazioni ai playoff: il Monteroni, insomma, si è giocato addirittura la possibilità del salto in A2.
La linea verde varata dalla nuova dirigenza - cioè la scommessa incentrata sui giovani (peraltro obbligata per mancanza di sponsor e di fondi) - non ha dato i suoi frutti, perlomeno nel breve periodo.
Ma questo sconfortante epilogo potrebbe rappresentare un nuovo inizio: potenziando il progetto della valorizzazione del vivaio il ritorno in B potrebbe non essere una chimera.
Ma adesso è il momento della delusione che attraversa tutto l’ambiente gialloblù: giocatori, staff tecnico, tifoseria e dirigenza. Il Monteroni torna in serie C. La QuartaCaffè paga a caro prezzo l’inesperienza della squadra e alcuni infortuni che hanno tagliato le gambe al collettivo proprio nel cuore del campionato. Troppe, tuttavia, le occasioni sprecate.