Un incontro promosso dal comitato “Basta un Sì” in vista del referendum del 4 dicembre. Ad aprire il dibattito il commissario cittadino dem, Luca Guido, che ha sottolineato “l’importanza della riforma in ottica di modernizzazione del paese”, spronando i presenti ad essere, attraverso il voto di domenica, “protagonisti attivi: una sorta di nuovi padri costituenti”.
Tra il pubblico anche una presenza simbolica: una sedia vuota con un drappo rosso. “Abbiamo aderito - ha aggiunto Guido - alla campagna nazionale “Posto occupato” per sensibilizzare sulla battaglia contro la violenza sulle donne”.
Tra gli interventi introduttivi, anche quello del senatore accademico Davide Manfreda, coordinatore provinciale di “Generazione Sì”, che ha parlato “dell’importanza dell’impegno da parte dei giovani per cambiare il proprio Paese”.
Poi un fuori programma: il saluto dell’ex prefetto Carlo Schilardi, membro del Consiglio di Stato, che ha ribadito “la necessità della modernizzazione del paese, sebbene questo passi dal limite ai privilegi dei vari notabili”, lui compreso, ha sottolineato.
Poi gli interventi dell’avvocato Viola Messa (“Si vota informandosi, non con la pancia”, ha rimarcato la penalista) e della presidente del consiglio comunale, Chiara Centonze, che ha parlato di una “campagna referendaria velenosa che fa venire a galla tutte le anomalie della politica italiana: instabilità, trasformismo ed opportunismo”. Centonze ha insistito sull’esigenza di “un’Italia più veloce, forte ed efficiente al cospetto di un clima internazionale che va verso una deriva populista e nazionalista. Bisogna porre la politica al centro del sistema democratico e riformare le istituzioni per permettere democrazia ed alternanza di governi stabili che non abbiano più alibi e che siano responsabili della propria azione”.
Dal canto suo, la viceministro Bellanova, nel discorso conclusivo, ha focalizzato l’attenzione sul risparmio e sul superamento del bicameralismo perfetto che spesso ha rallentato l’approvazione di leggi importanti per l’economia e lo sviluppo del Paese. Infine, l’esponente del governo Renzi ha bacchettato l’incoerenza di chi in “Parlamento ha votato la riforma e oggi si spende per il no”.