L’ex sindaco Lino Guido, capogruppo di Volontà Popolare, è tornato a paragonare in maniera sardonica il rimpasto del sindaco ad un colpo di stato. “In attesa - ha detto - che la sindaca illustri le motivazioni e dia chiarimenti ad una popolazione disorientata, a parlare sono le forze politiche di maggioranza che oggi tacciano di antidemocraticità l’azione della Storino adducendo violazione di miscugli preelettorali ai quali, fortunatamente, non abbiamo partecipato. Non sappiamo cosa potessero aspettarsi dalla sindaca. Ma soprattutto dal Pd che, storicamente e scorrettamente, usa la destra per raggiungere il potere e governare Monteroni salvo disfarsene subito dopo rimescolando le carte con manovre di Palazzo da prima Repubblica. Esprimiamo - ha aggiunto Guido - solo l’auspicio che tutto ciò possa essere di monito per il futuro in cui ci auguriamo che queste forze politiche di centrodestra possano essere padrone del loro destino in casa propria e non ospiti poi indesiderati in casa d’altri”. Per l’ex sindaco poi, “la Storino scende a compromessi con i poteri forti. Si distacca dai partiti, ma non dal Pd, unica forza capace di dare risposte ai tanti interessi da soddisfare. Ha poi palesato una estrema debolezza visto che, per tenersi in vita politicamente, ha dovuto rinominare componenti politiche all’interno della giunta che stanno già alacremente lavorando alla sua alternativa. Una nuova giunta con meno donne e meno giovani. Un’amministrazione fallimentare, ma non per colpa di qualche assessore: un fallimento che risiede in una Sindaca che non ha credibilità, forza e tempo per guidare un’amministrazione fatta di giovani volenterosi, spesso frustrati anche sul piano umano e personale. E sono solo i cittadini a pagare le conseguenze di tanto pressappochismo”.
Poi il battibecco tra Guido e Madaro: il neoassessore è stato accusato di essere in conflitto di interessi. “Anche se non figura formalmente, è tra i fondatori e ha un ruolo attivo nel comitato della festa patronale che ovviamente attinge fondi sia dal comune come dai privati. Le nomine in giunta devono essere improntate alla massima trasparenza. La sua voglia di strafare è pericolosa per un amministratore pubblico”, ha detto Guido. “È tutto legittimo, stiamo parlando del nulla. In passato sono stati consiglieri comunali addirittura a ricoprire la carica di presidente del comitato”, è stata la replica di Madaro.
Attacco all’esecutivo anche da un altro ex sindaco che siede all’opposizione, Marcello Manca (Città attiva)
“Il 21 giugno 2016 la sindaca - ha affermato Manca - parlava sui giornali di amministrazione unita e compatta. Soltanto pochi giorni dopo ha smentito se stessa, dicendo l’esatto contrario, azzerando la giunta per la necessità di rilanciare l’azione amministrativa. Quando ha preso in giro i cittadini, nel primo caso o nel secondo? Da due ex assessori, estromessi in maniera brutale, sono volate parole come pietre. E dal sindaco il solito assordante silenzio, di chi decide clamorosamente di parlare alla stampa e non al consiglio comunale. Intanto, a parlare sono le sedie vuote in una maggioranza ormai risicatissima. Un anno di assoluta inerzia – sostiene Manca - scaricata su assessori silurati con motivazioni pseudo programmatiche Una brutta pagina con un epilogo ancora più brutto perché non sono chiari i veri motivi. Un disastro senza precedenti. Un paese allo sbando, nessuna “ricetta” strategica per il futuro, il nuovo che avanza è una colossale presa in giro. Le uniche opere evidenti risalgono alla mia amministrazione. E se questa situazione di stallo persiste se ne devono trarre le conseguenze”, è stata la chiosa di Marcello Manca.
Dai banchi della maggioranza hanno preso la parola l’ex capogruppo Vincenzo Toma, nuovo assessore al bilancio, e Giorgio Manfreda, coordinatore cittadino di Area Popolare-Ncd, ad oggi ago della bilancia della maggioranza. “Servono molte risorse in più. Molti comuni limitrofi corrono, ma non da oggi. Corrono - ha detto Toma - da interi lustri. E ci hanno dato distanze abissali. E recuperare in un solo anno questo gap, che abbiamo ereditato dal passato, è impossibile. E qualcuno che ha già amministrato, a suon di rimpasti e revoche unilaterali, non è credibile quando fa la morale agli altri. Dobbiamo tornare a parlare alla gente. Abbiamo avuto un deficit di comunicazione con i cittadini, ma ora dobbiamo dare risposte alla gente non ai comizianti”. Dal canto suo, invece, Manfreda ha espresso solidarietà ai due assessori sfiduciati: “E anche io aspetto chiarimenti su quanto accaduto, ma i numeri ci sono ed invito il sindaco Storino ad andare avanti nel rispetto del mandato popolare”. Intanto, oltre alle tre defezioni nella maggioranza (Lezzi fin dall’inizio, mentre Puce e Quarta hanno abbandonato successivamente l’aula), una sedia è rimasta vuota anche tra i banchi dell’opposizione: assente il consigliere di Volontà Popolare, Oreste Paladini (assessore al bilancio nella passata amministrazione Guido).