Anno nuovo, vecchie abitudini. L’ultima assise comunale, riunitasi ieri mattina, non ha risparmiato colpi di scena e nuove avvisaglie. Al centro del dibattito, le polemiche scatenate dai gruppi di minoranza nei confronti del presidente del Consiglio Chiara Centonze. Da tempo ormai nel mirino dell’opposizione, che nel precedente consiglio aveva già avanzato una mozione di sfiducia nei suoi confronti (LEGGI ARTICOLO). Riproposta nuovamente, la discussione è sfociata in una polemica della durata di un’ora e mezzo.
Il presidente del Consiglio, dopo aver abbandonato l’aula, come da regolamento (trattandosi di una discussione formulata nei suoi confronti), ha consegnato il testimone alla vicepresidente, nonché consigliera di minoranza, Mariolina Pizzuto. Ad infiammare l’atmosfera è poi intervenuto il capogruppo di Volontà Popolare Lino Guido che ha ribadito le motivazioni della sfiducia: “Il ruolo dell’attuale presidente del Consiglio – afferma l’ex sindaco - è stato interpretato malissimo. Una gestione pessima. Sono due anni e mezzo che assistiamo a scene impietose. Prendo nettamente le distanze da questo consiglio comunale. Chiediamo un atto di responsabilità da parte della maggioranza se si vuole ritornare a respirare un clima pacifico”. Un duro attacco a cui hanno ribattuto all'unisono, difendendo la numero uno dell'assise, sia il capogruppo di maggioranza Giorgio Manfreda, che ha espresso “piena fiducia nel presidente del consiglio e totale solidarietà per gli attacchi ricevuti”, che il sindaco Angelina Storino. Ma che non hanno potuto fare a meno di evitare la proposta avanzata da Volontà Popolare, che ha chiesto ed ottenuto il voto segreto “trattandosi di una mozione di comportamento sulla persona”. E dopo alcune polemiche iniziali, tra cui quella dell’assessore Vincenzo Toma che ha dichiarato come in quest’occasione si trattasse “di ruolo istituzionale e non di persona”, il “neo” presidente Pizzuto ha dato il via alla votazione a scrutinio segreto. I consiglieri si sono quindi dotati di carta e penna per esprimere su un foglio anonimo il loro voto favorevole o contrario alla mozione. L’esito ha prodotto otto voti contrari, sei favorevoli ed una scheda bianca (riconducibile probabilmente al consigliere Tiziana Lezzi che aveva già espresso pubblicamente la sua astensione). Un risultato che ha bocciato la mozione.
L’incontro si era, tuttavia, già infiammato a partire dal primo punto all’ordine del giorno. Quello sulla richiesta di un’aula per le conferenze stampa per i gruppi consiliari. Proposta portata sempre avanti dal capogruppo di Volontà Popolare Lino Guido che tuona: “Abbiamo chiesto - ha affermato - la sala consiliare per ben due volte. E per entrambe ci è stata negata. La prima volta il presidente del consiglio si è giustificata dicendoci che la sala fosse occupata. Peccato che siamo andati sul posto e non fosse così. La seconda volta ci ha risposto in modo assurdo, affermando di voler sapere il contenuto della nostra conferenza e giudicando la nostra proposta come nociva. Un’accusa gravissima”. Nel merito della discorso è poi intervenuto il capogruppo di maggioranza Giorgio Manfreda che ha avvisato come vi fosse già l’esistenza di una sala attrezzata per le riunioni dei gruppi di minoranza. E sottolineando che la stessa presidente, la prima volta, aveva anche dato disponibilità presso la Sala della Legalità dell’Area Mercatale per allestire la conferenza stampa. Proposta rifiutata dall’opposizione. Non sono, inoltre, passate inosservate le dichiarazioni dell’assessore Vincenzo Toma che ha affermato: “La nostra amministrazione è una delle più democratiche mai viste a Monteroni – ha replicato Toma - Il nostro è il primo sindaco monteronese ad aver messo a disposizione un’aula per tutti i gruppi consiliari. In due anni e mezzo la nostra assise non ha niente da lamentarsi per quanto riguarda la democraticità della gestione”. Duro il confronto con il capogruppo di Città Attiva Marcello Manca che ha replicato: “Ogni volta che la minoranza ha voglia di espletare le sue considerazioni vi sono sempre sovrapposizioni di voci e blocchi tempistici. E’ un discorso che va oltre la non concessione di uno spazio. Sono atteggiamenti che denotano qualcosa di sicuramente poco democratico”. In seguito, tra una scaramuccia e l’altra, la mozione è stata messa a votazione ed è stata respinta con nove contrari e cinque favorevoli (tra quest’ultimi anche il voto del consigliere del Gruppo Misto Tiziana Lezzi). Un atteggiamento che ha suscitato momenti di tensioni in aula, dopo le considerazioni del consigliere Massimiliano Manca che ha fatto notare come qualche giorno prima il sindaco avesse concesso ai consiglieri tramite PEC la sala per le riunioni: “La bocciatura di questa mozione denota un po' di confusione – afferma Manca - come si fa a rigettare la nostra proposta dopo una mail certificata del sindaco nella quale si concede l’aula dopo le nostre richieste?”. Il primo cittadino si è poi giustificato dichiarando di aver donato la sala sulla norma di un atto amministrativo precedente che già autorizzava i consiglieri a riunirsi.
Voto unanime anche per la delibera sulla costituzione dell’Associazione del Distretto Urbano del Commercio del Comune di Monteroni di Lecce: un ambizioso progetto che vede coinvolti l’ente Regione, il Comune e le associazioni di categoria con l’obiettivo di rilanciare i consumi e l’attrattività commerciale e turistica del territorio (LEGGI ARTICOLO).