all’ordine del giorno l’approvazione del Dup (documento unico di programmazione) e il bilancio di previsione. Alle 9 - al termine della mezzora di “tolleranza” prevista dal regolamento - il segretario comunale Alberto Borredon ha fatto l’appello: erano presenti in 13 (di cui solo 8 della maggioranza che come è noto si regge per un voto).
E così i gruppi di opposizione (Volontà Popolare guidata da Lino Guido e Città attiva capeggiata da Marcello Manca) hanno abbandonato l’aula insieme ai “dissidenti” della maggioranza, cioè i consiglieri del gruppo misto Noemi Puce (Udc) e Mimmo Quarta (Fratelli d’Italia): un allontanamento che ha fatto scendere il numero dei presenti a 8, cioè sotto la soglia minima di “galleggiamento”: per poter svolgere il consiglio comunale in prima convocazione devono essere presenti in aula almeno 9 componenti dell’assise (su 17).
Subito dopo, con qualche minuto di ritardo, è arrivato il capogruppo di maggioranza, Giorgio Manfreda. Ma orami era troppo tardi.
Il capogruppo di opposizione Guido è tornato in aula e ha chiesto la verifica della validità della seduta. E il segretario comunale ha preso atto che non si poteva proseguire con i lavori. La presidente del consiglio, Chiara Centonze, ha quindi dichiarato “deserta” la seduta. La riunione si è sciolta prima di cominciare, con un sottofondo di mugugni e scontri verbali a distanza tra i banchi del governo e l’opposizione.
E ora il Consiglio dovrà essere quindi riconvocato. Probabilmente si tornerà in aula martedì 2 maggio. Insomma, uno scivolone per la maggioranza. E subito dopo il sindaco Angelina Storino ha convocato i suoi per “fare il punto” della situazione: un faccia a faccia a quanto pare infuocato. L’opposizione intanto promette battaglia. Ed è già bagarre.