d’illecita detenzione di ordigno esplodente artigianale e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Era ai domiciliari, ma non aveva smesso la sua attività di “pusher”.
Infatti, finì di nuovo in carcere, dove si trova attualmente, nell’aprile scorso a seguito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo operativo di Lecce e del Nucleo cinofili di Modugno, insieme con il cane antidroga “Boss”. All’interno della sua abitazione furono scovati, grazie al fiuto del “carabiniere a quattro zampe”, due involucri di cellophane contenenti 190 grammi di hashish, due dosi di cocaina, altro mezzo chilo di marijuana più altre due dosi. In casa anche l’occorrente per il confezionamento della droga: bilancino di precisione, cellophane, nastro isolante. Ma soprattutto fu rinvenuto un pericoloso ordigno rudimentale di 300 grammi. Una bomba artigianale alquanto pericolosa, tant’è che fu disattivata e resa inoffensiva solo tramite l’intervento di un artificiere.
Attanasio si trovava ai domiciliari per scontare la condanna definitiva a 9 anni e 6 mesi nel processo scaturito dall’operazione “Peter Pan”. E dopo il blitz, su disposizione del pm di turno, il 33enne fu trasferito dietro le sbarre di Borgo San Nicola.
Nei giorni scorsi, è arrivata quindi l’altra sentenza di condanna: 5 anni e mezzo la pena inflitta dal gup Stefano Sernia. E il giudice è andato ben oltre la richiesta del pubblico ministero che aveva invocato 4 anni.