L’unica mia paura era per i miei, non certo per me», racconta l’avvocato Luca Centonze, 46 anni, il primo della famiglia a ritrovarsi faccia a faccia con i banditi all’interno della villa dei genitori, sulla provinciale Monteroni-Copertino, a due passi dal campo sportivo.
L’assalto armato è stato compiuto all’ora di cena. E il legale è stato il primo ad essere preso in ostaggio nel giardino di casa, appena sceso dall’auto (LEGGI ARTICOLO). Ad entrare in azione due banditi vestiti di nero, col volto coperto da passamontagna e cappucci, e con i guanti alle mani. Uno era armato di pistola.
«Erano molto giovani, sicuramente poco più che ventenni. Alternavano frasi in italiano ad altre pronunciate con un chiaro dialetto locale, un’inflessione tipica monteronese o al massimo di qualche paese vicino», racconta il legale nelle dichiarazioni rilasciate al “Nuovo Quotidiano di Puglia”.
«Mi hanno aspettato nascosti nel cortile. Mi hanno puntato la pistola e spintonato diverse volte, ma nulla di più», rammenta. Poi l’hanno costretto ad aprire la porta di casa, mentre nell’abitazione c’erano i genitori dell’avvocato: una coppia di pensionati. E l’intera famiglia è rimasta quindi in ostaggio dei criminali. Alla madre e al figlio sono stati finanche legati i polsi col nastro adesivo.
«Più che terrore, ho provato stupore e rabbia, quasi sdegno e irritazione. Non ho avuto paura. L’unica apprensione era invece rivolta a mio padre e mia madre. Ma comunque siamo riusciti a rimanere tutti lucidi e calmi», evidenzia il professionista.
Intanto, le forze dell’ordine sono alle prese con indagini e controlli: «Chiaramente, sconcerta quello che è accaduto. L’auspicio è che questi malviventi possano essere assicurati alla giustizia», aggiunge il 46enne. Una rapina, in stile far-west, che ha suscitato sgomento e indignazione nella comunità monteronese. E numerosi sono stati gli attestati di vicinanza e solidarietà nei confronti dei Centonze, una famiglia conosciuta e stimata in paese. «Voglio rassicurare tutti: stiamo bene, la vita continua», ha scritto l’avvocato in un post su Facebook, cercando di sdrammatizzare quanto accaduto.
Intanto, le indagini affidate ai carabinieri della stazione di Monteroni si concentrano sul fronte degli accertamenti tecnici: esami particolari, che richiedono tempo, ma fondamentali per smascherare gli autori dell’assalto armato che potrebbero aver firmato anche altre simili rapine.
Si tratta delle analisi scientifiche per estrarre il dna da eventuali tracce biologiche lasciate dai due banditi (come la saliva) e che potrebbero quindi fornire la chiave di volta agli inquirenti.