Il suo cuore ha smesso di battere nei giorni scorsi nell’ospedale “Bambin Gesù” di Roma a causa di una malattia che l’ha colpito sin dal grembo materno e che il suo corpicino non è riuscito a combattere.
La comunità di Monteroni piange sbigottita la scomparsa di un “angelo”. Il bimbo, figlio di una coppia di nazionalità bulgara da tempo residente in paese, è venuto al mondo all’ospedale di Lecce.
E in queste settimane di speranza, la comunità monteronese ha compiuto il tutto per tutto per aiutare e sostenere la piccola creatura e la sua famiglia. Una gara di solidarietà che nel silenzio ha toccato il cuore di tantissime persone. Una storia dolorosissima che ha commosso l’intera comunità.
Proprio mercoledì scorso Lorenzo era stato benedetto e baciato da Papa Francesco durante l’udienza generale in piazza San Pietro, a Roma.
Tra volti rigati dalle lacrime e profonda commozione, martedì pomeriggio nella chiesa Madre di Monteroni si sono svolti i funerali di Lorenzo.
Attorno alla piccola bara bianca e alla famiglia distrutta dal dolore si sono stretti in unico abbraccio la comunità bulgara e quella monteronese.
“Il piccolo è già in paradiso”, ha sottolineato l’arciprete don Adolfo Putignano, che ha presieduto il rito.
“Il pianto sui volti di tanti cittadini - afferma il parroco - è la naturale espressione di un momento intensissimo di partecipazione: sin dai primi momenti della malattia nel cuore della gente, a cominciare dalla comunità ecclesiale, c’è stata una forte condivisione al dolore della famiglia, che ha potuto sperimentare una grande e concreta vicinanza. Nella comune fede nel Cristo morto e risorto, la preghiera ha ulteriormente unito le centinaia di immigrati provenienti dalla Bulgaria con i parrocchiani in Chiesa Madre, messa immediatamente a disposizione della Comunità bulgara dall’Arcivescovo non essendoci una chiesa per gli ortodossi. La triste circostanza - evidenzia don Adolfo - ha così rafforzato il legame di fratellanza tra monteronesi e bulgari, ai quali da decenni si riconosce la correttezza nei comportamenti, la spiccata laboriosità, la disponibilità a instaurare relazioni positive: la festa di San Giovanni, celebrata insieme per tanti anni come festa cittadina, ne è una chiara testimonianza”.
La testimonianza che si è un’unica comunità, nella gioia e nel dolore, senza distinzioni di origini o di credo religioso.