Il rito è stato officiato dall’arciprete, monsignor Adolfo Putignano, che nell’omelia ha ricordato il servizio e la missione che Luigia, laica consacrata (il suo primo padre spirituale fu don Ugo de Blasi, di cui è in corso la causa di beatificazione), ha portato avanti con profonda umilità in parrocchia e tra la sua gente, soprattutto a sostegno dei poveri e dei malati.
Al termine della celebrazione, gli interventi del nipote, che ha ringraziato l’intera comunità, e di due operatori pastorali, la dirigente scolastica Maria Rosaria Manca e il medico Gialma Carlà.
Luigia Quarta era una donna di nobili virtù e condotta morale, di origini modeste ma straordinariamente autentiche. Dell’aiutare gli altri ne fece uno stile di vita. Coloro che l’hanno conosciuta non possono non definirla una grande donna di fede! La sua vita fu profondamente segnata da questa virtù fondamentale. Colpiva il suo modo naturale di vivere, di guardare e interpretare la sua vita e il suo “piccolo mondo”, qualità che la resero speciale. Umiltà, silenzio, preghiera e carità erano alla base del suo modus vivendi ed operandi. La sua persona, austera e dal volto serio e sereno, le sue parole convincenti ed efficaci emanavano la gioia dolce e discreta di chi dimora abitualmente e con naturalezza nel cuore di Gesù Cristo. La sua vita fu molto intrisa di quella qualità e intensità di amore e libertà con cui si rapportava con tutti, non preoccupata di apparire ma di essere, di stare nell’Amore con tutte le sue forze. Marcò indelebile la sua impronta in tutti i campi in cui ha operato come volontaria e non smise mai finché le forze glielo consentirono di occuparsi della Parrocchia Matrice che amò come una madre, sorella, figlia e dove si sentiva in famiglia.
Profondamente immersa in una vita sociale ed ecclesiale, abituata a spendersi totalmente per il prossimo, Luigia Quarta, da sempre attiva nell’Azione Cattolica, e vari altri settori di volontariato come ad esempio il “Centro Volontari della Sofferenza” di Lecce, dove affiancò le compiante figure della signorina Concetta Pallara e del Sac. Armando Incardona, ci lascia una forte testimonianza della sua forza spirituale e del suo amore per il prossimo. Non molti anni fa ottenne un importante riconoscimento per il suo “bene operare” da parte dell’Amministrazione comunale di Monteroni a riprova del suo autentico spirito di servizio. Dai suoi ricordi di un passato recente emerge il suo meritorio apporto e la sua preziosa collaborazione nel progetto missionario di Don Antonio Giancane: il prezioso Oratorio “S. Giovanni Bosco” la cui esperienza resterà sempre nel cuore della cara Luigia che in un’intervista dichiarò: “Fu un’esperienza bellissima ed indimenticabile. Si lavorò tanto non solo per dar corpo al progetto ma anche per mantenerlo in piedi e farlo funzionare, non fu facile ma ci venne naturale, nonostante sacrifici e tanta contentezza. E lo stesso Don Antonio ci dava l’esempio lavorando in prima persona, anche come muratore quando si rese necessario. Ah, se i miei piedi potessero testimoniarlo, quanto abbiamo girato e quanto ci siamo dedicati per dare forma ad un’opera che col tempo è divenuta un’istituzione irrinunciabile per Monteroni, palestra di formazione per tanti giovani, studenti e futuri cittadini in cui si provava a plasmare integri professionisti del domani”.
Sopportò in silenzio e con pazienza l’avanzare dell’età e le sue sofferenze senza mai lamentarsi pregando e recitando sempre il Santo Rosario o la corona come soleva definirlo e com’era solita fare da tutta una vita. Alla fine il Signore l’ha chiamata in Cielo: restano nei cuori di chi l’ha incontrata un forte rimpianto e un senso di profonda solitudine ma anche di gratitudine verso una figura tanto ammirevole e coraggiosa. Ci consola, la sicura speranza, che la cara Luigia sia finalmente entrata nell’abbraccio del suo Signore e Redentore in cui ha sperato in tutto il suo peregrinare terreno.
DIDASCALIA FOTO
27 Luglio 1970: Concetta Pallara, Responsabile Parrocchiale del C.V.S. (Centro Volontari della Sofferenza di Lecce) con Luigia Quarta, volontaria e Don Armando Incardona, Cappellano del “Vito Fazzi” e Padre Spirituale dell’Associazione in mezzo ad alcuni dei “loro ragazzi. (Foto collezione privata di Christian Tarantino).