La disperazione di Giovanni: perchè ho scritto a Pellè

Ha fatto molto parlare di sé in questi giorni la vicenda del signor Giovanni Mondello, il quarantottenne disoccupato che ha deciso di scrivere una lettera al suo concittadino Graziano Pellè affinché possa aiutarlo a trovare un impiego, dichiarando di accettare proposte lavorative anche dalla Cina, se necessario.

In esclusiva per TgMonteroni.it lo abbiamo intervistato e raccolto alcune sue dichiarazioni: “Ho deciso di scrivere a Pellè – racconta Giovanni - perché ho pensato che fosse l’ultima spiaggia dopo le tante delusioni avute dalle istituzioni cui mi son rivolto in passato. Non lo conosco di persona e non ho mai avuto il piacere di parlarci personalmente, ma spero che possa realmente darmi una mano. Non ho chiesto soldi e mai mi sarei permesso, voglio solo lavorare e guadagnare meritatamente. Proprio questa mattina mi son recato a casa di suo padre per consegnare la lettera indirizzata al figlio, ma per mia sfortuna non vi era nessuno ed ho preferito lasciarla nella cassetta delle lettere, con la speranza che qualcuno dei suoi familiari possa farla recapitare a lui”.
Negli ultimi anni il signor Mondello ha dovuto subire varie disgrazie di tipo lavorativo che hanno non poco pesato nell’economia della sua famiglia. “Tutto iniziò nel 2012, quando decisi di chiudere la mia piccola attività di gadget salentini nei pressi di Lecce, perché mi avevano offerto un lavoro migliore in un grande supermercato di provincia. Lavoravo come magazziniere e guadagnavo dignitosamente. Fino a quando nel 2013 il supermercato fu costretto a chiudere i battenti per fallimento. Da allora ho lavorato a giornata come cameriere in alcuni ristoranti. Ma non solo. Mi rendo conto che nella mia storia rientra anche la sfortuna. Lo scorso anno sono stato assunto da un altro supermercato a Lecce. Ci sono stato però solo 3 mesi, fino a quando anche esso ha chiuso per fallimento”.
La storia di Giovanni si tinge così di una drammaticità che sta accomunando sempre più persone in tutta Italia in questo periodo di crisi. Non mancano poi, le accuse alle istituzioni che in questo tempo hanno soltanto azzardato promesse mai mantenute, ma anche riconoscimenti a coloro che lo hanno aiutato seppur in piccolo modo: “Non è la prima volta che mi espongo così pubblicamente. Nel 2015 sono stato ospite del programma Mi manda rai tre con la presenza di Attilio Monosi, assessore al Bilancio del Comune di Lecce, il quale mi aveva garantito un posto di lavoro nella nuova Lidl che stava per aprire proprio nel centro di Lecce. L’azienda ha, di fatto, aperto, ma io non sono mai stato assunto, e mi sono ritrovato sfrattato con mia moglie e mio figlio. Per fortuna è intervenuta una onlus che, insieme alla Prefettura, ha garantito un sussidio per pagare l’affitto di un appartamento, con la speranza che prima o poi avessi trovato un’occupazione. Nessuno ad oggi è riuscito ancora a trovarmi un lavoro, nonostante tutti i miei disperati appelli. Ora si sta ripetendo un altro sfratto. Il secondo in 7 mesi. Ancora indignato, ho scritto al Presidente Mattarella, che nell’immediato ha girato la proposta al Prefetto di Lecce, che a sua volta scrive al Comune di Monteroni. Il risultato? 500 euro all’anno, che mi giungono ogni 3 mesi: 125 euro alla volta. Devo inoltre ringraziare la Caritas Diocesana di Lecce che per un po di tempo ha anche avuto la possibilità di pagarmi alcune bollette. Ora potete ben capire perché ho scritto a Pellè. Vorrei trovare un lavoro e riacquistare la dignità che le istituzioni mi hanno tolto dal 2013.”
L’ultimo appello di Giovanni è poi rivolto alla nazione, alle istituzioni ed a Pellè: “L’Italia ed il Governo devono capire che non si può vivere solo di sussidi nella mia situazione con una famiglia alle spalle. Non esiste solo la pasta ed il pane, ci sono da pagare le bollette, bisogna accontentare nel minimo modo i propri figli, vestirsi, e tanto altro. In primis, secondo me, dovrebbero dotarsi di case per assegnarle a chi non si può permettere un affitto. Non posso che confidare nella bontà di Graziano. Gli eroi veri per me sono quelli che hanno un cuore e lo sanno usare nel momento del bisogno. Il mio appello è rivolto a lui ed a tutta Italia, sono disposto a trasferirmi ovunque per un lavoro serio che posso ridarmi la dignità persa”.

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