Si tratta del fantoccio che raffigura una vecchietta smunta e vestita a lutto: il simbolo della Quaresima, periodo di penitenza, astinenza e digiuno. Mentre il fuoco che ha consumato la sagoma di pezze e paglia è segno del passaggio verso un tempo nuovo inaugurato dalla Pasqua di Risurrezione. Una folla di persone, tra cui anche tanti ragazzi, con il naso all’insù per assistere al rito. Presente anche la sindaca Angelina Storino.
Una vecchia tradizione popolare, tra folclore e leggenda, che fa parte della carta d’identità di questo territorio e che si rinnova ogni anno in via Zara, a Monteroni: l’unico angolo del paese (nonché uno dei pochi casi ancora rimasti nel Salento) dove questa antica usanza si tramanda ancora. Una memoria del passato che continua a vivere grazie all'impegno del vicinato. Il fuoco è stato appiccato dalla veterana Teresa Alemanno, che da una ventina d’anni plasma la Quaremma rattoppando vecchie stoffe. Insieme a lei il gruppo di volontari (di cui fanno parte anche Paola Linciano, Carmelina Colonna, Fabrizio Manca e Ada Sederino) che ha rispolverato e fatto rinascere questo affascinante costume che affonda le radici nella cultura contadina.
La Quaremma monteronese è giunta dunque alla 19esima edizione: il fantoccio è stato issato su un filo, sospeso tra un balcone e l’altro, nello scorso mercoledì delle Ceneri, rimanendo esposto per tutta la Quaresima. E ieri sera, alla vigilia del triduo pasquale, la Quaremma è stata avvolta dal fuoco, un rogo che simboleggia l’inizio di un periodo di purificazione. Al termine, un altro significativo momento di aggregazione: il “banchetto di quartiere” con la degustazione di polpette e prodotti tipici pasquali realizzati dalle signore del vicinato. E la luce delle fiamme di ieri sera ha illuminato anche il ricordo di Luisella Centonze, una delle volontarie della manifestazione, scomparsa prematuramente un anno fa.