Ad unire le due comunità la figura di padre Franco, missionario redentorista originario di Monteroni che nella città campana, dove fu destinato nel 1967 appena ordinato prete, fondò l’associazione libera “Gioventù alfonsiana paganese” per pensare e costruire un futuro diverso in una terra di camorra. Il 6 aprile 1968 (non aveva ancora compiuto 26 anni), il “frate ragazzino” morì in un incidente stradale vicino Foggia mentre da Pagani tornava a Monteroni per celebrare i funerali dello zio.
Lo scorso anno, in occasione del 50esimo della scomparsa, i suoi “ragazzi” sono venuti in pellegrinaggio sulla tomba di padre Scigliuzzo, nel cimitero di Monteroni (LEGGI ARTICOLO). Una visita che ha spianato la strada all’idea di un gemellaggio tra Monteroni e Pagani (LEGGI ARTICOLO).
Domenica mattina, nella città del salernitano, una folta delegazione di monteronesi ha dunque partecipato alla cerimonia di sottoscrizione del patto di amicizia tra le due comunità. Insieme al sindaco Angelina Storino, alla presidente del consiglio Chiara Centonze e all’assessore Giorgio Manfreda, nel gruppo di monteronesi c’erano anche il fratello Nello Scigliuzzo e i parenti di padre Franco.
“Il Patto di Amicizia - dichiara l’assessore Manfreda - è un altro passo in avanti verso il gemellaggio tra Monteroni e la comunità di Pagani, due città unite nel ricordo del compianto padre Franco. La straordinaria opera svolta dal missionario presso la Città di Sant'Alfonso lascia stupefatti se solo si pensa che quei "ragazzi" che ebbe la capacità di coinvolgere cinquant'anni fa nel corso della sua esperienza Missionaria Redentorista ne serbano una memoria ancora vivissima. I documenti e le testimonianze sulla vita di padre Franco sono stati raccolti in "Madonna mia, Mamma mia", un’ opera curata da Giovanni Pepe Antonio Falcone, che riporta anche le foto della recente visita degli amici della città campana a Monteroni. Da oggi - spiega Manfreda - anche Monteroni promuove il ricordo e rende grazie a padre Franco, abbracciando con immenso affetto il fratello Aniello Scigliuzzo e tutta la famiglia”.