Quarta, nato a Monteroni il 30 settembre 1917 e scomparso il 18 giugno 2010, a 92 anni, è stato un soldato che ha combattuto il secondo conflitto mondiale, col grado di caporale del Regio Esercito Italiano, partecipando alle operazioni di guerra alla frontiera greco-albanese e nei Balcani. Il 10 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi a Durazzo, in Albania, per poi essere deportato in Germania, internato nei campi di concentramento e costretto ai lavori forzati fino al giorno della sua liberazione, l’8 maggio 1945. Del terribile periodo di prigionia ha sempre parlato poco, tenendo per sé quella drammatica esperienza. Tuttavia, in più occasioni, con i suoi familiari - come rammenta il figlio Silvio Quarta - ha ricordato un particolare da brividi che dà il senso di quello che ha vissuto sulla propria pelle, ovvero quando fu pestato dai tedeschi e preso a calci per essersi semplicemente piegato su un mucchio di spazzatura costituito da bucce di patate. E per la sua lealtà alla Patria, che gli è costata la dura permanenza nei lager e il rischio di non tornare più a casa, il caporale Quarta aveva già ricevuto la Croce al merito di Guerra. E lo scorso 2 giugno, a 8 anni dalla scomparsa, è stato decorato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme ad altri 19 salentini, con la prestigiosa onorificenza della Medaglia d’Onore del capo dello Stato. Un doveroso e meritato riconoscimento.
Carmelo Quarta era cugino di un altro valoroso militare monteronese, il fante Antonio Quarta, sopravvissuto ai campi di concentramento e deceduto nel 1987, a cui è stato recentemente intitolato il parco di via del Mare. E anche lui, nel 2011, è stato insignito con la Medaglia d’onore alla memoria dal presidente della Repubblica.