dei cantieri privati, a partire dalle gru che sovrastano l’abitato, che sorgono in piazza Italia e all’ingresso del paese, in via De Gasperi.
Due strutture riconducibili all’impresa Cem srl, destinataria del provvedimento firmato nelle scorse ore dall’ingegnere Nicola Toma, responsabile del settore urbanistica, edilizia e igiene urbana di Palazzo di Città.
Entro un mese, gru e impalcature dovranno essere smontate. Altrimenti, il Comune procederà con le denunce penali. E a farsi carico delle operazioni di rimozione dovrà essere la ditta che ha eseguito i lavori.
Dopo la diffida dello scorso settembre (LEGGI ARTICOLO) e le controdeduzioni presentate dalla srl, il Comune tira dritto.
I primi a stuzzicare l’attenzione sulla vicenda furono gli attivisti del movimento “Monteroni a sinistra - MAS”, prima con una raccolta firme e poi con un esposto all’Asl e alla prefettura.
Ma la questione, che da tempo tiene banco in paese, è lievitata con le proteste di cittadini e abitanti. Non solo per questioni di decoro, ma anche di sicurezza e di igiene.
L’ex Cinema Italia di Monteroni è stato abbattuto nel 2009 per lasciare spazio ad alloggi, uffici e locali commerciali. La ricostruzione, però, si è trasformata in un cantiere infinito. E il centro abitato, da quasi un decennio, è in “ostaggio” di una gabbia di cemento e di un’enorme gru che dondola e sibila sulla testa dei residenti.
Al pari dell’altra gru sospesa come una spada di Damocle, che invade il cielo all’ingresso di Monteroni.
Negli ultimi mesi, intanto, sulla questione ha acceso un faro proprio la prefettura, sollecitata dal Mas e dai cittadini.
L’Ufficio territoriale del governo ha chiesto più volte conto della situazione con alcune note inviate al Comune.
E il provvedimento di Palazzo di Città, richiama “le segnalazioni e gli esposti riguardanti lo stato di incuria e abbandono” delle strutture, evidenziando “situazioni di pericolo per l’igiene, la salute, l’incolumità delle persone”, oltre alla “compromissione del decoro”.
Per il Comune, insomma, nonostante le opposte osservazioni della ditta, le gru, le impalcature e le varie attrezzature “non hanno i presupposti validi” per continuare a rimanere installati.
L’ordinanza, oltre a disporre la rimozione dei cantieri, intima anche la messa in sicurezza delle aree.
E inoltre di liberare anche le zone soggette ad occupazione di suolo pubblico, come i marciapiedi interessati dalle recinzioni, e di rendere inaccessibili le costruzioni rimaste incompiute.
Tra le varie disposizioni, anche quella di effettuare continui interventi di manutenzione per garantire sicurezza, incolumità e idonee condizioni igienicosanitarie. Infine, il Comune mette in guardia la ditta e avverte che, in caso di inadempienza, ci saranno sanzioni ma soprattutto sarà inoltrata “denuncia penale all’autorità giudiziaria”.