Un aut-aut che riguarda principalmente il cantiere dell’ex Cinema Italia (LEGGI ARTICOLO): otto anni fa, all’indomani dell’abbattimento della storica struttura di piazza Italia, sono cominciati i lavori (poi interrotti e mai ripresi) per la realizzazione di alloggi e locali. E da allora il cantiere è fermo e un’imponente gru sovrasta quella zona nel cuore del centro abitato. Una situazione che negli anni ha innescato una catena di polemiche da parte di cittadini, residenti e associazioni.
Nell’ultimo lustro non sono mancate petizioni, istanze e carte bollate. Come gli esposti presentati un anno fa sia al prefetto che all’Asl dal movimento “Monteroni a sinistra - Mas”. Sotto la lente soprattutto le condizioni di sicurezza e igienicosanitarie.
“Nei giorni scorsi l'Ufficio Tecnico del Comune di Monteroni - scrivono il sindaco Angelina Storino e l’assessore all’urbanistica Piero Favale - ha avviato il procedimento che porterà allo smontaggio ed alla rimozione delle gru e dei cantieri presenti sul territorio, compresa la susseguente messa in sicurezza degli immobili interessati. L'azione in questione riguarderà anche, ovviamente, il cantiere e la gru presenti su piazza Italia. Nel corso di questi due anni, l’amministrazione ha costantemente monitorato questa situazione per tutti gli aspetti che attengono all'assetto urbanistico ed al decoro del territorio, ma soprattutto alla sicurezza delle persone, senza mai perdere di vista le istanze presentate dalla cittadinanza, come nel caso delle 100 firme raccolte dal Mas”.
Una struttura che era ed è di proprietà privata. Ma ancora oggi la comunità s’interroga sulla lungimiranza di buttare a terra (sebbene fosse abbandonato da decenni) uno storico cinema, ovvero un pezzo di storia.
Ma insieme allo scheletro dell’incompiuta di piazza Italia, nel mirino dell’ultimatum del Comune ci sono anche altri casi, tra cui quello analogo che riguarda via don Minzoni (un’altra gru sospesa da anni sulla testa dei residenti).
“Non si esprimono giudizi di valore di alcun tipo su quanto accaduto, se non nei limiti del rammarico che nasce spontaneamente dal non ritrovare più nel cuore del paese un monumento come il Cinema Italia - sottolineano Storino e Favale - che avrebbe potuto, ancora oggi, parlarci della storia, della cultura, della tradizione, ma anche del futuro di questa comunità. La speranza è che questa vicenda sia scevra da strumentalizzazioni di qualsiasi tipo. L'augurio sincero, nel doveroso rispetto della legge e dell'iniziativa imprenditoriale, è che le ditte interessate - concludono sindaco e assessore - siano quanto prima nelle condizioni di riavviare e concludere i lavori che ancora residuano”.