L’”estate monteronese” svela la sua prima grossa novità: il saggio di fine anno della storica scuola di danza “il Cigno” torna a Monteroni dopo 13 anni. Una notizia che avrà sicuramente fatto felici in molti. Se non altro per la lunga assenza che ha visto la coreografa e danzatrice monteronese emigrare nel capoluogo per la messa in scena dello spettacolo di fine anno dal 2005 fino ad oggi. L’ultima apparizione in terra madre di Giusy Bruno risale infatti al lontano 2004, quando portò in scena una rappresentazione de “L’olocausto”.
Da allora il saggio si spostò a Lecce, e precisamente tra le file del Politeama. Discorso che non si ripeterà per l’anno 2017: “Ho sentito il bisogno – afferma Giusy – di tornare nella mia Monteroni. Sento tanto affetto nei miei confronti e tanta stima da parte delle persone che ho cresciuto. La mia d’altronde è l’associazione più vecchia attualmente sul territorio. Posso vantare di aver visto passare molte generazioni di monteronesi dalla mia scuola di danza. E mi fa piacere che ancora oggi, a distanza di 30 anni, molti di loro si ricordino bene le varie esperienze vissute con me”.
Attivo sin dal 1988, il Centro Accademico Danzatori “il Cigno”, promuove l’arte della danza in tutte le sue forme e stili, passando dal classico al moderno, dal jazz al contemporaneo fino ad arrivare al teatro danza. E il tutto gestito da una ballerina con davvero tanta esperienza alle spalle. La sua carriera inizia a Lecce nel centro studi Maria Rosaria Morrone, ma la prima vera formazione classica, tuttavia, avviene a Londra (ISTD – Metodo Cecchetti). Dopo aver migliorato la tecnica, sostiene quindi gli esami di grado presso la sede italiana a Firenze (scuola Hamlyn) con il direttore Franco De Vita e la docente britannica Susan Brooker. In giovane età partecipa a numerosi laboratori artistici con diversi maestri come Kirk Offerle, Andrei Mihai, Steve La Chance, Andrè De La Rouche, Brian e Garrison, Enzo Paolo Turchi.
E poi il diploma in “Modern Jazz“ ottenuto nelle sale della “Federazione Italiana Professionisti della Danza di Roma”. Nel curriculum vi sono inoltre tantissimi corsi di aggiornamento conseguiti in giro per il mono tra Londra, Milano, Boston e tanti altri. Un vero e proprio “contenitore” culturale insomma: “in tutto questo tempo – continua Giusy – ho cercato di trasmettere i miei valori e la mia idea di danza in tutti gli allievi. Si parte da un concetto semplice ma fondamentale: la danza è un’arte, e parlare di arte significa parlare di cultura. E’ anche grazie alla mancanza di cultura che nel mondo si genera violenza. Assistiamo a continui scenari di guerra ogni giorno, senza pensare che la causa principale sia proprio l’assenza di un’educazione all’arte. La danza, come altre arti, aiuta a riflettere ed avere una visione positiva del mondo”. I temi affrontati da Giusy nei suoi saggi, tuttavia, si celano proprio sotto l’idea che con il ballo sia possibile trasmettere dei forti messaggi. Abbandonando ogni stereotipo, negli anni ha maturato uno stile del tutto personale che le ha permesso di portare in scena numerosi ed importanti argomenti. Si ricordano ad esempio “il Postino” di Massimo Troisi, “Napoli”, omaggio a Totò, “Giovanna D’Arco”, “Le Profezie di Nostradamus”, “Il Vaso di Pandora”, “Mandela”, “il Ritratto di Dorian Grey”, “Oriana Fallaci” e tanti altri.
E lo spettacolo di venerdì continuerà questo filone: “Evolution” narrerà il progresso scientifico e tecnologico, ripercorrendo le tappe della storia e passando da Meucci, Einstein, Volta e tanti altri. Un lavoro che ha richiesto tanta cura e tanta attenzione: “Il mio lavoro è fragile – continua Giusy – son cambiate tantissime cose da quando ho iniziato. Parlo proprio del concetto di danza. Oggi basta un compleanno, una festa o una sagra per far saltare una lezione o addirittura un saggio. Ai miei tempi la danza era la priorità. Per fortuna anche quest’anno siamo riusciti ad organizzare il tutto. Porteremo un argomento che mi sta particolarmente a cuore: siamo completamente dipendenti dai nostri cellulari e smartphone che non ci rendiamo nemmeno conto di ciò che abbiamo intorno. Spero che il mio spettacolo sarà utile per dare degli importanti spunti. Ci saranno molte sorprese”. Forte della sua esperienza, la monteronese tornerà quindi a calcare un palco nel luogo che le ha dato i natali. Nel frattempo in paese cresce l’attesa e freme la voglia di veder uno spettacolo che sicuramente non deluderà le aspettative. Non rimane quindi che rimandare il tutto a venerdì 7 luglio: il Palazzo Baronale è pronto ad accogliere Giusy Bruno e tutte le sue allieve.