Un momento senza precedenti carico di devozione e storia. Le spoglie del Santo dei miracoli saranno nelle braccia di Monteroni dal 3 al 6 agosto. Aspettando l’arrivo del Sacro Reliquario, ecco la riflessione del parroco della chiesa madre e arciprete don Giuseppe Spedicato.
“Da sempre il popolo cristiano sente per Sant’Antonio di Padova una devozione viva, umana, fiduciosa.
Un fascino singolare e misterioso egli esercitò nei secoli e continua ad esercitare nei nostri giorni.
Sant’Antonio è maestro e modello per sacerdoti, religiosi, laici, perché a tutti egli parlò e per tutti costoro egli scrisse, non prima di aver praticato generosamente quanto insegnava. Una figura grande e complessa: nobile e povero, dotto e umilissimo, contemplativo e attivo, correttore del popolo e fustigatore di potenti, ascoltato dai dotti e amato dalle folle. Ma soprattutto, nella sua vita dobbiamo amare la generosità della donazione e l’eroismo della carità. A Dio e al prossimo egli diede tutto se stesso, sul modello della donazione che di sé, incarnandosi, fece a noi il Figlio di Dio. Sono oltre 788 anni che Sant’Antonio conduce gli uomini alla luce. Lo faccia ancora oggi per noi”, è la viva speranza di don Giuseppe.
“Da sempre la festa del Santo nella nostra Chiesa - prosegue il parroco - è preceduta da un’intensa preparazione di tredici giorni. Quest’anno in modo particolare per la presenza delle Reliquie del Santo nella nostra città dal 3 al 6 agosto durante i solenni festeggiamenti del Santo Patrono. Si tratta di due reliquie ex massa corporis estratte dalla tomba del Santo, custodite nella basilica di Padova, durante la ricognizione del 1981. Sono esposte in due preziosi reliquari: uno più piccolo e maneggevole, usato di solito per le benedizioni; l’altro invece uno splendido busto dorato, alto circa 75 cm e del peso di 17 kg. Entrambi i reliquari sono protagonisti della peregrinatio antoniana. Vengono cioè condotti dai frati della basilica del santo dove, con l’assenso del vescovo locale, viene fatta richiesta del loro sacro passaggio”.
Don Giuseppe spiega poi che “l’evento della peregrinatio è una missione evangelizzatrice perché accompagnata da adorazione eucaristiche, liturgie penitenziali, veglie e incontri di preghiera per i bambini, giovani, famiglie, adulti e ammalati. Una delle caratteristiche più belle dei santi è la loro incredibile capacità di radicarsi nell’anima più intima dei territori e delle comunità poste sotto la loro benefica tutela”.
Certo sant’Antonio è “portoghese e padovano ma, in senso spirituale, è anche monteronese”. “I nostri antenati - afferma l’arciprete - hanno avvertito la sua protezione. Per secoli le coppie di sposi si sono giurate amore eterno ai piedi del suo amato simulacro custodito nella chiesa madre, i bambini venivano alla luce sotto il suo sguardo e i moribondi si spegnevano invocando la sua intercessione, certi di trovare il suo volto dopo il passaggio della morte. I monteronesi sono di sant’Antonio. E sant’Antonio è lieto di essere dei monteronesi”.
L’emozione e l’attesa si toccano poi con mano nella parte finale del messaggio di don Giuseppe: “L’arrivo delle sacre reliquie non significa allora fare dell’inutile folclore o della superficiale spettacolarizzazione di cui non si ha bisogno. È invece un ritornare alle radici più profonde della fede della nostra città. A Monteroni, sant’Antonio è sempre stato una presenza efficace, ma in questi giorni di festa, attraverso le sue reliquie, sarà come vederlo camminare con i suoi poveri sandali per le nostre strade, per benedire il nostro popolo ed ascoltare le preghiere di ciascuno. A tutti - conclude il parroco - parlerà della bellezza del Figlio di Dio, del Nostro Signore, che Lui porta sempre con sé. A tutti parlerà della bellezza del Vangelo e della carità. Preghiamo allora perché il Signore possa renderci dei figli sempre più autentici di questo grande santo. Sant’Antonio di Padova ci benedica e ci protegga sempre”.