Monteroni ha dimostrato di aver talento anche con libri e nello studio e non soltanto nello sport. I cinque ragazzi con “100” e l'unico con “100 e Lode” che hanno concesso l'intervista dimostrano come la loro città non sfigurerebbe in una ipotetica speciale classifica salentina. Elisabetta, Paola, Andrea, Francesca, Ilenia e Serena sono i nomi dei campioni nostrani che sono riusciti ad ottenere il più alto riconoscimento dopo cinque anni di fatica e di sacrificio. Sono queste le parole ripetute con costanza nelle loro dichiarazioni, insieme all’altro vocabolo “rinuncia”, perché come ben si sa, per passare interi pomeriggi sui libri bisogna anche rinunciare ad alcuni piaceri. Alcuni di loro hanno dochiarato: “non bisogna permettersi di fare passi falsi durante i cinque anni” o ancora “con impegno e determinazione si possono raggiungere risultati impensabili”. “Determinazione” si candida sicuramente anch'essa tra le parole più usate: molti di loro hanno ammesso di aver avuto un periodo buio in cui hanno anche pensato di mollare, ma con forza e coraggio hanno comunque scelto di proseguire, ed il risultato non è poi stato dei peggiori.
“Mens sana in corpore sano” è lo slogan che si addice a quasi tutti i membri di questo gruppo, tra i quali almeno la metà pratica calcio, pallavolo; C'è pure chi si “diverte” ad arbitrare. Un'altra parte preferisce il disegno, la lettura e la musica. Tutti si sono dichiarati lettori appassionati: chi ama i classici di Verga, Wilde, Calvino, Pasolini, Hesse e Coelho, chi opere meno note tra quelle di Wilbur Smith e Francesco Cascini.
Anche il cinema si rivela un comune passatempo tra i nostri “geni”: alternano le grandi saghe di Harry Potter e Star Wars ed i capolavori di Tim Burton con i Benigni di turno e qualche piacevole “cinepanettone”. Molti di loro hanno già scelto la strada da intraprendere per il nuovo percorso che li spingerà verso il mondo del lavoro dopo gli studi. L’Università si è rivelata inevitabile da questo punto di vista, in virtù delle nobili professioni che tutti vorrebbero praticare: ingegneria con vista sulle grandi industrie del nord, oppure medicina con il sogno dell'oncologia, piuttosto che giurisprudenza con la prospettiva del concorso per entrare in magistratura. C’è chi ha pensato alla fisica per tentare la via della ricerca scientifica e chi vorrebbe proseguire gli studi per imparare la psicologia.
Ma il dato allarmate è un altro: cinque ragazzi su sei non immaginano la propria vita familiare e lavorativa a Monteroni. Il fenomeno della “fuga di cervelli” dilaga a dismisura e meriterebbe una riflessione più attenta e approfondita di quanto non lo sia stata fino ad oggi. Di buono - per finire - c'è, però, che la gran parte non ha nascosto l’amore per il proprio paese e per la propria terra: una buona metà ha ammesso di voler tornare un giorno per dare il proprio contributo alla crescita e allo sviluppo del Salento. C'è da sperarci davvero.