al momento della sostituzione l'attaccante azzurro aveva negato - evidentemente contrariato dal cambio - di porgere la mano al ct della Nazionale, con l'annuncio di domenica scorsa, in diretta tv, il selezionatore ha già inviato il primo sms: per la gara di qualificazione ai Mondiali di Russia, contro il Linchtestein, cenerentola del girone, il nome del centravanti dello Shandong Luneng non comparirà nella lista dei convocati.
"Pellè – ha ribadito Ventura nel corso della Domenica Sportiva - ha annacquato l’immagine di un gruppo che aveva riportato l’orgoglio ovunque. Domenica non ci sarà tra i convocati, gli ho lasciato un periodo di riflessione. Non è giovane ma può dare tanto, non c’è preclusione verso nessuno”.
Insomma, se il Presidente della Figc ha voluto mettere una pietra sopra allo spiacevole episodio, Ventura non perdona e per il momento non ha voglia di fare la pace con Pellè.
E se da un lato ha sottolineato che le porte non sono chiuse in maniera definitiva, dall'altro ha voluto ricordare che l'attaccante monteronese non è più un ragazzino. Come dire: se volessi puntare sui giovani, per lui potrebbe non esserci posto. Oppure, un giocatore di esperienza come lui non si può assolvere facilmente se si comporta in modo sbagliato e a danno dell'immagine della nazionale. Certo è che le sue espressioni si prestano a mille interpretazioni.
Oltretutto, sempre nel corso della storica trasmissione Rai, lo stesso Ventura incalzato sulla questione-Pellé ha anche dichiarato: “Con Graziano non ci siamo più sentiti, poi - aggiunto sorridendo - io sono genovese: costa troppo chiamare in Cina…”. E, invitato a ricordare quanto era accaduto durante quell'Italia-Spagna: “Il gesto? In quel momento non l’ho giudicato, poi l’ho visto per com’è: un errore, ma fatto come mancanza di rispetto per compagni e i colori azzurri”.
Si chiude così la nuova puntata della vicenda. Si spera che già dalla prossima si possa prefigurare un finale da “vissero felici e contenti”. Come succede in tutte le fiabe quando arriva il principe a cavallo. E, questa volta, azzurro più che mai.