Bilancio, opere pubbliche, rifiuti: un braccio di ferro di oltre sei ore. È finito a notte fonda, poco prima dell’una, il Consiglio comunale che, dopo due rinvii, si è riunito ieri sera a Palazzo di Città. Bordate a gogò, nervi tesi, toni accesi e polemiche. L’opposizione targata centrodestra, ovvero il gruppo “Volontà Popolare”, ha abbandonato l’aula per protesta. Nel mirino la variante al piano triennale delle opere pubbliche che stralcia il progetto di recupero del mercato coperto di piazza della Repubblica in vista di eventuali finanziamenti. “Abbiamo scritto al prefetto: è stata inserita una variante senza l’adeguata informazione a comitati e cittadini, senza pubblicazione sull’albo pretorio e senza il parere tecnico del dirigente del settore, che ha messo nero su bianco di esserne venuto a conoscenza solo successivamente. È un abuso: impossibile votare - ha accusato Lino Guido - una delibera irregolare. Siamo di fronte ad un’amministrazione impalpabile. E un sindaco usato come macchina da voti per portare al governo chi il consenso non l’avrebbe mai ottenuto”. Quindi, la stilettata del primo cittadino Angelina Storino: “Riqualificheremo i parchi anche grazie al taglio delle indennità e ripristineremo le telecamere pubbliche: adesso ne funziona solo una su dieci. Per il resto, forse l’astioso j’accuse di Guido è dovuto al fatto che venne a chiedermi la candidatura a sindaco nella sua lista, con lui vicesindaco, e io rifiutai”. Poi la bagarre dopo alcune dichiarazioni della presidente del consiglio Chiara Centonze: “Siamo qui per mantenere finalmente trasparenza e legalità”. Gli esponenti della passata amministrazione sono saltati sulla sedia: “È una falsità da querela. La nostra integrità è stata certificata da anni di indagini”. E poi un’altra disputa verbale con il dirigente dei lavori pubblici, l’ingegnere Francesco Grassi, che ha interrotto e contestato la segretaria comunale Maria Celeste Conte sulla questione del piano delle opere pubbliche. Insomma, un consiglio-fiume infuocato. La maggioranza (con i suoi 12 voti) ha approvato piano e bilancio di previsione. Fuori dall’aula Volontà popolare. Unico contrario Marcello Manca (Città attiva), il solo della minoranza rimasto nell’assise. “Da una maggioranza in stato confusionale - ha affermato Manca - solo cose vecchie e superate. Sacrificata pure la priorità del recupero del mercato coperto. Nessuna idea innovativa. Anzi, le uniche novità, come il taglio delle indennità e il baratto amministrativo, sono proposte emerse da questi banchi”. Scontro e contese matematiche anche sui rincari della tassa sui rifiuti. Un clima da derby. “L’opposizione - ha dichiarato il capogruppo di maggioranza, Vincenzo Toma - fa bene ad andare dal prefetto: possiamo andarci pure insieme e portare tutti gli atti degli ultimi lustri. Gli aumenti della Tari non sono imputabile al Comune. E non c’è nessun errore di calcolo. È un bilancio che investe sui servizi”.