fondata nel 1990 da Fabrizio Salvatore e Alessandro Guardia. L’album – continuazione ideale di un percorso musicale che ha avuto come prima tappa il precedente “Amori e Altre Storie. Divagazioni di un alchimista” (AlfaMusic 2015) – è arrangiato daFranco Piana e Vincenzo Presta, che arricchiscono con maestria i testi di Petrelli. Su Youtube è disponibile un breve video del concerto ufficiale di presentazione al Teatro Paisiello di Lecce.
"I temi che l’autore propone disegnano un universo espressivo variegato, ora incline all’intimismo, ora attento all’ambito sociale della contemporaneità. Il registro stilistico è adeguato al racconto di avventure, impressioni e ricordi che emergono come tracce di un acuto scavo interiore. Mai toccato da tentazioni di autocensura o edulcorazione, anzi profondamente sincero. Incline, semmai, a ricorrere all’ironia per alleggerire il dramma o rifuggire dal melenso", si legge nelle note di copertina di Carmine Zocco. Una parte del disco è dedicata a Nicola Arigliano, con un omaggio ai suoi motivi più famosi e una rilettura di “Colpevole” (AlfaMusic, Nun, Raitrade), Premio della Critica al Festival di Sanremo 2005. "Il percorso musicale si conclude con un’emozionante incontro con il suo pubblico grazie a “Eccomi qui”, un brano per pianoforte e voce che è anche il titolo del nuovo show di Petrelli. Il tocco nitido e il fraseggio lirico di Ettore Carucci costituiscono il tappeto sonoro ideale per l’invito al viaggio in un universo emotivo policromo (variamente colorato), impreziosito da musicisti jazz molto bravi e particolarmente versati nello swing e nella costruzione di atmosfere da “crooner”, in cui si esalta la vena interpretativa di Petrelli", conclude Zocco. Il cantante è affiancato da Stefano Sabatini (pianoforte), Francesco Puglisi (contrabbasso e basso elettrico), Dario Congedo (batteria), Daniele Leucci (percussioni), Paolo Zou(chitarre), Fernando Toma (campionamenti, archi), Anita Pusceddu e Alessandro Guardia (cori), Mirko Rinaldi (tromba e flicorno), Franco Piana (tromba e flicorno), Ambrogio Frigerio (trombone), Ferruccio Corsi (sax alto, flauto), Vincenzo Presta (sax soprano, sax tenore) e il quartetto d'archi Bim Orchestra composto da Marcello Sirignano (I violino), Mario Gentili (II violino), Stefania Di Biase (viola) e Laura Pierazzuoli (violoncello).
Maurizio Petrelli inizia la sua carriera artistica come batterista negli anni ’60. Successivamente inizia a suonare il piano e a cantare. Con la Spaghetti Gang, progetto swing che fonda insieme ai fratelli Nando e Giorgio Mancarella e al sassofonista Gigi Galante, realizza una tournée con la cantante Viola Valentino e svolge intensa attività live in giro sulle navi da crociera nel mondo. Al rientro da queste esperienze internazionali nasce l’idea di formare un’orchestra e Petrelli allarga l’organico alla sezione fiati curando personalmente gli arrangiamenti. La band realizza numerosi live di successo che culminano con la pubblicazione di un primo disco di cover. Negli anni 90 si dedica al Rhythm & Blues fondando i “Soul Brothers” con i quali nel 1999 incide il primo album “SuperCovers”. Nel 2002 nasce una collaborazione con il trombettista Guido Pistocchi con il quale realizza un repertorio di “evergreen”. La passione per i grandi ensemble evolve nella big band “Grande Salento Orchestra”, composta da 17 elementi, giovani musicisti provenienti dal conservatorio e apprezzati professionisti salentini, che debutta nel 2008 al Teatro Paisiello di Lecce sotto la direzione di Marco della Gatta. Nel 2010 nasce il progetto “Pugliamerica a/r”, originale percorso musicale in chiave swing che parte dai brani classici di Frank Sinatra e approda alle composizioni più suggestive di Domenico Modugno che diventa anche un disco prodotto dalla Dodicilune. Nel 2015 il suo secondo cd in big band dal titolo “Amori e altre storie” (AlfaMusic) realizzato grazie agli arrangiamenti di Franco Piana, contenente brani originali di Petrelli e un brano del trombettista Guido Pistocchi, presente nel disco anche come musicista. Dal lavoro emerge una notevole varietà di registri espressivi, dal monologo dichiaratamente intimista al dialogo con interlocutori veri o immaginati, dal bozzetto ironico al ritratto amaro. La via maestra delle grandi orchestre dell’età dell’oro del jazz si incrocia con i ritmi latinoamericani o si espande in ballad struggenti