Giancane, 43 anni, conosciuto col nomignolo di “Nocciolina”, parla dopo essere uscito dall’ospedale in seguito al tentato omicidio avvenuto più di un mese fa nel negozio gestito dalla moglie (LEGGI ARTICOLO).
Ha alle spalle condanne già scontate e anni di detenzione per rapina, estorsione, stupefacenti e favoreggiamento. Poi gli agguati: quello del 2002, davanti al suo banchetto di frutta nei pressi del cimitero di Monteroni, quando scampò miracolosamente alla morte e finì sulla sedia a rotelle; quindi, le quattro pistolettate contro l’abitazione di Monteroni, nell’agosto del 2011; infine, l’ultimo attentato di Copertino: la pistola del killer si è inceppata e il 43enne è riuscito a salvarsi.
Giancane parla ai microfoni di TRNews, esclude legami con qualsiasi clan e continua a ribadire come il suo passato sia ormai un capitolo chiuso: “Ho scontato le mie condanne e non rifarei mai più certe azioni”, afferma. E, visti gli ultimi fatti di sangue avvenuti a Casarano, il 43enne sottolinea con forza la sua estraneità con l’omicidio di Augustino Potenza e il tentato omicidio di Luigi Spennato. “Spesso sento dire che spacciavo per finanziare la latitanza di Potenza - dice Giancane - ma non è assolutamente vero. Non ho mai fatto parte di alcun clan. Ho sempre agito per conto mio. C’è qualcuno che evidentemente mi vuole morto. Ma non ho paura, altrimenti non andrei a lavorare tranquillamente ogni mattina”. E per Giancane non c’è in atto “nessuna guerra di mafia tra Monteroni e Casarano”.
