Il 62enne di Monteroni ha perso la vita mercoledì scorso mentre smontava luminarie e paratura della festa nella piazza di Strudà. Tuttavia, l’autopsia non ha chiarito fino in fondo tutti i dubbi. Un quadro più completo si avrà solo con i risultati di tutti gli esami. Probabilmente, la caduta gli è stata fatale. Ma resta da capire cosa abbia fatto perdere l’equilibrio al 62enne, che è poi caduto all’indietro sbattendo rovinosamente al suolo: uno spostamento improvviso di un pezzo di scala oppure un malore? È questo il nodo ancora da sciogliere.
L’accertamento è stato disposto dal pm Paola Gugliemi che subito dopo la tragedia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo (il figlio della vittima risulta indagato: un atto dovuto e “automatico” essendo lui il titolare della ditta). Sul posto hanno effettuato i rilievi gli ispettori dello Spesal insieme ai carabinieri della stazione di Vernole che conducono le indagini.
Intanto, Monteroni si appresta a dire addio al maestro delle luminarie, un artista a tutto campo conosciuto ben oltre i confini della sua comunità per il suo estro e il suo talento (LEGGI ARTICOLO).
Al termine dell’esame autoptico il feretro ha lasciato la camera mortuaria dell’ospedale di Lecce e ha raggiunto la casa di famiglia di via Sele: lacrime, dolore, uno stuolo di manifesti di lutto e un interminabile viavai di gente hanno accompagnato e salutato l’ultimo ritorno a casa di Franco. Un cordoglio collettivo e unanime che fa eco allo strazio della famiglia. Il 62enne lascia la moglie Marisa, i figli Lucia e Gabriele, il titolare della ditta di luminarie a cui aveva trasmesso la passione per l’arte delle “parature”. Lavoravano sempre insieme. Il padre è morto tra le sue braccia. E lo struggente addio dei suoi cari, affidato a manifesti e testimonianze, è un vortice di ricordi e sentimenti (LEGGI ARTICOLO).
Domani, martedì 30 agosto, alle 17.30 l’ultimo viaggio di Franco: il corteo raggiungerà la parrocchia del Sacro Cuore dove sarà celebrato il rito funebre. E i familiari assicurano: “Non sarà un funerale, ma una festa. Come quelle feste a lui tanto care, che abbelliva e rendeva uniche con le sue luminarie”.