Lacrime e dolore ai funerali di Roberto: “Sei morto per guadagnarti la giornata”

Un addio attraversato dalle lacrime e dall’emozione. Si sono svolti venerdì pomeriggio, nella parrocchia matrice di Arnesano, i funerali di Roberto Pulli, il pavimentatore morto sul lavoro lo scorso 27 febbraio.

Ha perso la vita per una caduta di quasi dieci metri nel centro abitato di Monteroni. Dopo l’autopsia effettuata dal medico legale Ermenegildo Colosimo (LEGGI ARTICOLO https://www.tgmonteroni.it/index.php/cronaca-monteroni/item/2401-oggi-l-ultimo-saluto-a-roberto-l-autopsia-conferma-la-morte-per-trauma-cranico), il 56enne è tornato per l’ultima volta nel suo paese. La chiesa non è riuscita a contenere tutta l’ondata di partecipazione e affetto. Centinaia le persone presenti.

“Te ne sei andato per un pezzo di pane. Eri un collega onesto, disponibile, meticolosissimo, un amico generoso e sincero. Abbiamo condiviso il lavoro, i pensieri, le risate per le tue barzellette e le arrabbiature per le tante ingiustizie. Il destino ha voluto che condividessimo anche i tuoi ultimi istanti”. Parole struggenti che sono risuonate dall'altare. Si tratta delle parole che il suo collega Tonio, con lui in quel tragico momento, ha affidato ad un messaggio letto dalla figlia: “Mi hai lasciato inerme. E insieme a te se n’è andata una parte di me che non tornerà più. Ti porterò nel cuore come un fratello. Mi prenderò cura di preservare la tua memoria dalle pieghe del tempo”.

Frasi toccanti anche da un amico d’infanzia, Giorgio: “Un grande uomo capace di bontà e altruismo senza confini. Roberto ha donato a tutti umanità e bellezza”.

Il rito è stato officiato dal parroco don Antonio Sozzo. “Sarebbe scontato chiedersi dov’eri Gesù - ha detto nell’omelia volgendo lo sguardo al Crocifisso, patrono di Arnesano e del quale lo sfortunato padre di famiglia era tanto devoto - quando Roberto precipitava insieme all’impalcatura. Ma la vera risposta è nella fede. È il Vangelo che ci mostra la strada della speranza”.

Al termine della liturgia, il sacerdote ha poi aggiunto: “La comunità si è fermata, Arnesano è qui. Siamo con voi”, ha detto don Sozzo rivolgendosi ai familiari di Roberto, alla moglie Maria Rosaria e alle figlie Pamela e Aurora. Poi ha dato lettura del commosso messaggio dell’arcivescovo Michele Seccia, che non ha potuto presiedere le esequie perché era a Roma.

“Ho seguito la tragica vicenda - ha scritto il presule - fin da subito. E ho provato ad immaginare il dolore improvviso e la disperazione della moglie e delle figliole. Le parole della solidarietà non bastano mai. E ci vuole quell’abbondante manifestazione di affetto per esprimere loro, tre donne, una vicinanza concreta che duri anche dopo i giorni del pianto. Lo conoscevate tutti e soprattutto gli volevate bene perché Roberto era un bravo marito, ottimo papà, gran lavoratore, uomo buono, persona generosa. È questa la memoria che continuerà a farlo vivere in mezzo a voi. In particolar modo a Pamela e ad Aurora voglio assicurare che papà continuerà a proteggervi e ad amarvi. Guardate al futuro con fiducia - è stato l’appello del vescovo - e siate certe che lui dal cielo non vi farà mancare nulla. Dio asciughi le vostre lacrime, benedica il vostro dolore e soprattutto vi doni la forza di poter andare avanti sicure che dal cielo un angelo speciale continuerà a prendersi cura di voi”.

L’eco delle parole di monsignor Seccia ha toccato il cuore di una chiesa gremita di gente. Presenti anche il sindaco Emanuele Solazzo, la preside Lory Natale e tantissimi ragazzi, ovvero gli alunni che si sono stretti attorno alla loro professoressa Leda Pulli, sorella del 56enne. All'uscita del feretro, il dolore ha rotto l’argine dei ricordi e delle emozioni. La moglie, abbracciata dai familiari, non si è staccata un attimo da una foto di Roberto che ha tenuto stretta al petto. L’ultimo viaggio del feretro è stato salutato dal lancio di palloncini bianchi e blu. Gonfi di pianto e disperazione gli occhi delle figlie. Rigati dalle lacrime anche i volti di parenti e amici. "Era su quel ponteggio - ha ricordato uno di loro tra i singhiozzi - per guadagnarsi la giornata: è morto forse per la scarsa sicurezza, ma in realtà Roberto è una vittima della precarietà del lavoro". 

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