L’occasione buona, dunque, per dare un nome ai luoghi e lustro ad alcune figure locali, per le quali si è mossa anche la volontà popolare per il riconoscimento del loro valore civile, morale e culturale.
Ecco le quattro zone dedicate ad altrettanti personalità monteronesi scomparse negli ultimi decenni.
Il parco di via del Mare (antistante la Casa dello Studente ed alle spalle del Centro per la Legalità) sarà intitolato al fante Antonio Quarta: cinque anni fa il soldato monteronese, morto nel 1987, è stato insignito con la Medaglia d’onore alla memoria dal presidente della Repubblica. Valoroso militare della seconda Guerra Mondiale, dopo l’armistizio fu prigioniero di guerra, deportato ed internato nei campi di concentramento tedeschi. Quarta si schierò dunque contro i nazisti ed è stato testimone delle atrocità belliche: fu fedele all’onore militare e di uomo, fermo nei valori fondamentali della patria e della famiglia. Nei suoi diari e tra i suoi appunti ingialliti, scritti durante i due anni di prigionia, una emozionante testimonianza di fede e di vita.
Invece, il Largo situato tra Via D’Arpe e Via Roma porterà il nome del canonico sacerdote Antonio Mocavero (1879-1964), sacerdote, oratore e arciprete di Monteroni per oltre vent’anni (dal 1943 fino alla morte). Fu promotore di numerose opere artistiche, che elevò Monteroni non solo dal punto di vista religioso ma anche culturale. Autore e sostenitore della riedificazione della Chiesa di San Giovanni Battista, don Mocavero donò le proprie risorse economiche per la realizzazione di opere d’arte che commissionò all’artista e frate toscano Raffaello Pantaloni; ampliò la Chiesa Matrice, risistemò il monumentale Calvario e sostenne l’edificazione dell’Oratorio San Giovanni Bosco e della Parrocchia Ausiliatrice. Inoltre compose anche il testo degli “Inni Sacri - Sentono i Popoli” dedicato a Sant’Antonio da Padova, patrono di Monteroni, e l’inno dei Santi Medici. Un’intitolazione che era stata caldeggiata ufficialmente (facendosi interprete e portavoce di un sentimento collettivo della comunità cittadina) dalla Confraternita dell’Assunta, di cui Mocavero fu padre spirituale.
Ed ancora, il Parco di Via Gramsci, che sorge all’incrocio con via De Gasperi, accanto ad una scuola, sarà dedicato al Caporale dell’esercito Marco Bisconti, che il 22 giugno del 2006 morì in servizio a soli 22 anni a causa di un tragico incidente che si verificò durante un’esercitazione militare al poligono di tiro della Scuola di Cavalleria di “Torre Veneri” a Lecce. Il giovane di Monteroni era alla guida di un carro-armato. Proprio nello scorso giugno, in occasione del decimo anniversario della scomparsa dello sfortunato caporale, TgMonteroni.it aveva rivolto un appello per un riconoscimento visibile e indelebile in memoria di Marco Bisconti (LEGGI ARTICOLO).
Infine, un altro atto doveroso e ineludibile invocato dal popolo monteronese: la Villa di Via Fiume sarà dedicata e intestata al sacerdote don Carmelo Martino, “padre costituente” della comunità monteronese, fondatore della Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice”, definito dall’Arcivescovo di Lecce D’Ambrosio “un costruttore di edifici spirituali”. Ha inoltre risistemato a propria cura e spese la storica chiesetta di “San Fili” ed istituito l’Oratorio giovanile e l’Azione Cattolica di Piazza Candido. Ha rivestito diversi incarichi importanti presso il Seminario di Lecce (nominato Prefetto) ed è anche diventato Vicario Cooperatore a Pisignano e Monteroni e Cappellano al Collegio Fiorini. Insegnante di religione della scuola Media di Monteroni, è stato anche un raffinato teologo ed un grande viaggiatore. Padre spirituale e punto di riferimento per intere generazioni. Parroco orgogliosamente di periferia. Sempre in prima linea, con la sua silenziosa missione sociale, al fianco della sua gente. Morì il 17 novembre 2010, alla soglia dei 102 anni. In occasione del suo centesimo compleanno fu omaggiato dal Comune di Monteroni con una medaglia d’oro, mentre dal Vaticano giunsero gli auguri personali di Papa Benedetto XVI.