Consiglio comunale col copyright: in aula scatti vietati a TgM

È vero. Tg Monteroni.it non ha presentato formale richiesta di autorizzazione per esercitare, anche attraverso le immagini, il sacrosanto diritto di cronaca.

Ci si chiede: ma se si fosse presentata la troupe di una qualsivoglia emittente televisiva a riprendere una pubblica assise - in assenza di precise ed esplicite indicazioni nel Regolamento - il comportamento sarebbe stato identico a quello assunto “ai danni” di questo giornale? È fuor di dubbio: cosa vuoi che siano per un piccolo giornale di paese, in soli due mesi di vita, “appena” 65mila utenti-lettori e 1500 like sulla pagina Fb? Poca roba. O troppa, forse?

Il fatto. Prime battute del Consiglio comunale. Un membro della redazione comincia a scattare alcune foto allo scopo di arricchire l'archivio di TgM di nuove immagini da utilizzare a corredo degli articoli che raccontano l'attività amministrativa a Monteroni. Viene subito richiamato dalla polizia locale presente in aula e dopo aver reso le proprie generalità e manifestato l'esigenza, viene invitato a chiedere il permesso all'amministrazione. Detto, fatto. Grazie alle nuove tecnologie comunicative, la domanda è giunta subito a destinazione. La risposta è quasi istantanea: senza uso di tecnologie e senza tanti giri di parole ma attraverso il semplice ed efficace linguaggio del corpo (il corale indice ondeggiante), gli viene comunicata la decisione: è vietato fotografare. Il nostro, con correttezza - pur non condividendo la “sentenza per direttissima” - si accomoda e interrompe il suo servizio.

Le perplessità. Da anni, giornali e tv pubblicano e trasmettono immagini dai consigli comunali di mezz'Italia: sono forse sempre stati autorizzati a suon di carte bollate? O si pensava che TgM fosse lì col reporter per immortalare qualche consigliere nell'atto di provvedere al “cambio di stagione” nel proprio naso, per poi pubblicare l'eroico “attimo fuggente” e magari vincere il concorso “Scatto dell'anno”? O c'è dell'altro?

Legittimi auspici. Ci si augura che la censura non trovi mai casa a Monteroni e che invece si sia trattato soltanto di uno sconveniente “incidente” burocratico. Rimedieremo. Per la prossima convocazione è già pronta la domanda con tanto di timbro e firma da presentare all'Ufficio protocollo del Comune. Col fiducioso auspicio che questa volta ci venga “concessa la grazia”. Altrimenti i nostri lettori saranno “condannati” - ogni qualvolta la cronaca amministrativa sarà degna della nostra attenzione mediatica - ad ammirare per l'ennesima volta il consueto prospetto con affaccio su Piazza Falconieri. Nella speranza che qualche genio non imponga un fantasioso copyright anche sul Palazzo di città.

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