È stato primo cittadino dal 1964 al 1969: come amministratore pubblico e medico di famiglia ha servito la sua gente senza distinzioni con senso del dovere, abnegazione e senza mai risparmiarsi. Se ne va un pezzo di Monteroni che rimarrà per sempre impresso tra le pagine della storia cittadina. Sindaco e medico gentiluomo, il dottore Pati è stato un punto di riferimento per intere generazioni con la sua professione vissuta sempre e soltanto come vocazione: ha speso la sua vita soprattutto per gli ammalati e per gli ultimi con una missione professionale e sociale portata avanti con sobrietà, rigore, disponibilità, umiltà, umanità, competenza, nobiltà d’animo.
Una figura portatrice di profondi valori morali e civili. Ha lasciato la sua impronta in politica (era esponente della Dc dell’epoca) e nella società civile dilettandosi anche come poeta e verseggiatore, in lingua come in vernacolo, e come studioso della storia e delle tradizioni locali. Un padre nobile della città che lascia in eredità la sua testimonianza di vita: un faro che continuerà ad illuminare la comunità di Monteroni. Ma il dottore Pati era - prima di tutto - un uomo di Fede e di grande spiritualità. Emblematiche le parole utilizzate dalla famiglia per annunciare la sua dipartita: “Consapevole di aver ricevuto la Vita come un dono, ha fatto della sua vita un Dono: per la famiglia, gli ammalati, la città, gli amici. Forte nella Fede e nelle speranza cristiana, ha incontrato definitivamente Gesù Risorto”. Il medico lascia la moglie e due figli, Carla e Antonio, medico di famiglia come il padre. I funerali si terranno questo pomeriggio alle 17.30 nella "sua" Chiesa Madre di Monteroni.
Proprio nelle vesti di sindaco, nella seconda parte degli anni Sessanta, si è distinto per il suo encomiabile impegno nella ricostruzione della Chiesa matrice danneggiata da un incendio, nell’organizzazione dello storico evento (alla presenza del cardinale Josef Beran) del centenario del Miracolo del Crocifisso e nella realizzazione del Calvario.