La giustizia farà il suo corso, accertando nelle sedi opportune responsabilità e verità. Intanto, gli animalisti sono scesi in campo per sensibilizzare e per parlare ai cuori e alle coscienze. Domenica sera si è svolta la manifestazione promossa dall'associazione L’Impronta. In 400 hanno sfilato per le vie di Monteroni, partendo dall’area mercatale per poi raggiungere il luogo dove è morto il cagnolino, il piazzale d’ingresso di un deposito di bombole all'angolo tra via Copertino e via De Filippo.
Un corteo di luci, musica, slogan e striscioni. E un solo grido ripetuto più volte: “Giustizia per Biondo”. C’erano famiglie con bambini, associazioni, attivisti, autorità, guardia zoofile e tanti amici a quattro zampe. Gran parte della folla proveniva da altri paesi: la vicenda infatti ben presto è dilagata ben oltre i confini della comunità. Tra le associazioni presenti anche l’Enpa e il Pronto soccorso dei poveri.
In via Copertino si è tenuto un momento di riflessione illuminato dalle candele, dalle fiaccole e dalle torce a led degli smartphone. Hanno preso la parola anche alcuni ragazzi (presenti con i loro disegni e le loro poesie). E quando una piccola attivista ha sottolineato che spesso “gli animali sono migliori del genere umano”, la folla è esplosa in un tripudio di applausi. Tra gli interventi anche quelli dell’insegnante Graziella Albani e del sindaco Angelina Storino che ha parlato di una battaglia comune che deve vedere tutti “in prima linea contro l’inciviltà: ognuno deve fare la propria parte contro ogni tipo di violenza”.
Poi è toccato a Laila Manca, responsabile dell’Impronta, l’associazione che ha presentato formale denuncia in Procura per chiedere chiarezza e giustizia sulla morte del cane investito da un suv. L’automobilista che era alla guida è stato sentito dai carabinieri e le indagini sono in tuttora corso.
“Siamo qui - ha detto la Manca - per una netta presa di posizione contro tutti gli atti di violenza e sopraffazione, non solo verso il cagnetto Biondo, ma verso tutte le vittime di violenza e crudeltà da parte dell’uomo, siano esse animali siano esse persone. La nostra presenza qui è la volontà chiara di cambiare questa cultura che non ha rispetto né degli animali, né delle persone. Dobbiamo chiedere pene più severe, azioni più incisive, maggiore attenzione da parte di famiglie e istituzioni, maggiori controlli, più educazione al rispetto e all’empatia. Perché la violenza sugli animali è un segnale grave di una società malata, in cui i valori morali e civili non hanno radicato: è una società che distruggerà se stessa. La violenza sugli animali - ha aggiunto la responsabile dell’Impronta - è un campanello d’allarme. Gli adulti di oggi hanno la responsabilità di formare ed educare gli adulti di domani, quello che noi adulti seminiamo oggi verrà raccolto dalle generazioni future, se seminiamo indifferenza, violenza, discriminazione, non stiamo certamente contribuendo a costruire una società migliore di questa. Dobbiamo comprendere e attivarci concretamente e con tutti gli sforzi possibili a educare, anche col buon esempio, le generazioni che verranno, dobbiamo fornire ai nostri figli una crescita equilibrata e dobbiamo educarli al rispetto per tutti e per tutto“.
Il lungo corteo è poi tornato nell’area mercatale del paese confluendo nell'emiciclo del rione dell’Assunta per un dibattito sul tema della violenza sugli animali nel corso del quale è intervenuto anche Pierre Luigi Trovatello, guardia zoofila e presidente del coordinamento delle Associazioni animaliste salentine, e l’avvocato Giordano Bacile di Castiglione, legale dell’Impronta, che ha parlato degli aspetti giuridici della vicenda: l’uccisione di animale, come è noto, è un reato penale che prevede fino a due anni di reclusione.
Oltre alla sindaca era presente al corteo pure un esponente dell’opposizione, il consigliere Massimiliano Manca che in una nota sottolinea: “Si legge ovunque che vengono maltrattati bambini, anche nelle scuole; si legge ovunque di anziani maltrattati anche nelle proprie case, si legge quindi che vengono seviziati anche animali nei modi peggiori. Sperando che ogni singolo componente della nostra comunità ricordi sempre quel comandamento - ciò che non vuoi sia fatto a te stesso, non fare ad altri -invitiamo ad abbassare i toni confidando in una particolare prudenza in ognuno di noi fino al giudizio definitivo della magistratura che, senza dubbio, farà chiarezza su quest'episodio che - sottolinea Manca - ha lasciato incredula, ancora una volta, la nostra comunità”.