Il piccolo si chiama Cristiano ed è nato domenica scorsa, 2 dicembre, nell’abitazione di famiglia.
Il suo è un fiocco azzurro che entra nella storia di Monteroni. Una nascita in paese non accadeva infatti da circa 30 anni.
“L’ultimo caso, peraltro isolato, risale al 1990”, sottolinea l’ufficiale dello Stato civile, Anna Rita Cuna. L’abitudine di partorire in casa è tramontata definitivamente ed ovunque già agli albori degli anni Ottanta. Per il resto solo casi sporadici, e spesso dovuti più ad un parto “improvviso” che ad una vera e propria scelta.
Intanto, il lieto evento è stato festeggiato anche in municipio: ieri mattina, infatti, i genitori hanno registrato il piccolo Cristiano all’anagrafe di piazza Falconieri, tra la gioia e lo stupore degli impiegati. Una dichiarazione di nascita quanto mai eccezionale per il comune di Monteroni.
“Dall’incontro con le due brave e preparatissime ostetriche che mi hanno seguita - racconta la giovane mamma Gaia Amalfitano al Nuovo Quotidiano di Puglia - ha preso piede questa decisione. Io e il mio compagno siamo felicissimi di questa scelta. E con questa emozionante esperienza ho scoperto che è possibile sentirsi più sicuri e tranquilli a casa che in ospedale. Nella tua abitazione sei in un ambiente intimo, sei circondata da persone che sono lì solo per te. Ho partorito il mio primo figlio a Roma, in un grande ospedale. E devo dire che c’è una differenza abissale. Nel caso di una gravidanza che decorre in maniera naturale e senza problemi, consiglierei a tutti di far nascere i figli in casa”, suggerisce la madre.
Il piccolo Cristiano è venuto al mondo con l’aiuto fondamentale delle ostetriche Francesca Spertingati e Mileva Operoso. E tutto è andato nel migliore dei modi. Ovviamente il parto in casa deve soddisfare diversi requisiti, tra cui ovviamente una gravidanza che proceda senza alcun intoppo e la vicinanza di un ospedale.
“È stata una scelta per favorire la naturalità del parto senza ospedalizzazione: si va nei reparti a causa di patologie, e il parto è invece un evento naturale. E al cospetto di una gravidanza fisiologica, è bello che ciò avvenga in casa. Tant’è che il bambino è stato in ospedale solo per gli screening di routine”, sottolinea Mirko Loffa, il papà di Cristiano.
“Peraltro, il sistema sanitario nazionale - aggiunge il padre - stanzia 5mila euro per un parto in ospedale, quello in casa costa invece 2mila euro ed è a carico dei genitori. È un peccato che la regione Puglia non abbia un’apposita legge. Altre regioni invece hanno previsto anche dei rimborsi proprio in virtù del risparmio che questa scelta produce per le casse pubbliche. Diversamente, il parto in casa resta una possibilità solo per chi se lo può permettere”.
Mirko e Gaia, che hanno anche un altro figlioletto, si sono trasferiti da Roma a Monteroni solo da pochi mesi. E nelle vesti di monteronesi d’adozione si sono resi protagonisti di un evento storico per tutta la comunità.
“È un episodio rarissimo in generale, direi unico - è il commento del sindaco Angelina Storino - nella storia del paese degli ultimi decenni. In ospedale si rischia di spersonalizzare tutto. Partorire in casa, se non ci sono controindicazioni per la salute di madre e figlio, fa davvero vivere appieno la bellezza della maternità. È un lieto evento per l'intera Monteroni”.