Interessante e particolare è il suo coinvolgimento nella vita culturale della comunità monteronese in quanto diventò figura esemplare per tanti giovani e adulti che, attraverso le sue competenze musicali, riuscirono ad appropriarsi di tanta tecnica strumentale utile ad affrontare repertori prettamente bandistici, molto apprezzanti sul territorio salentino. Il suo intenso vissuto si evidenziò già con la sua partecipazione come militare nel secondo conflitto mondiale; egli fu chiamato alle armi il 10 marzo 1940 e assegnato al 47° Reggimento Fanteria (divisione Ferrara). Inviato in Albania, fu coinvolto nelle campagne di guerra sul suolo della Grecia e della Yugoslavia. Successivamente fu fatto prigioniero dai tedeschi. La sua detenzione durò dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945; il 3 novembre 1945 fu congedato con il grado di caporal maggiore. Ritornato nella sua Leverano, iniziò il suo lungo percorso di strumentista nelle più importanti compagini bandistiche del secondo dopoguerra come Gioia del Colle, Lecce e Castellana Grotte. In questo periodo conobbe leggendari direttori di banda dai quali apprese tecniche di strumentazione; il 22 settembre 1969 il Ministero della Pubblica Istruzione – Ispettorato per l’Istruzione Artistica (Div. III – Sez. I) – lo autorizzò «a svolgere la professione di “Maestro Direttore di Banda”». Successivamente ottenne l’insegnamento presso la Direzione Didattica 2° Circolo di Mesagne come docente nel corso di orientamento musicale di tipo bandistico. Dagli anni ’70 ricoprì l’incarico di capobanda dell’organico di Leverano che svolse sino al suo pensionamento. Nel 1991, sostenuto fortemente da don Raffaele Bruno e da un gruppo di suoi collaboratori, fondò il Concerto Bandistico “Maria SS. Ausiliatrice” di Monteroni come ebbe modo di rilevare Giuseppe Pascali in “Bande di Puglia – il teatro sotto le stelle” (Capone Editore). È facile affermare che gli attuali docenti di musica monteronesi hanno potuto conoscere da vicino ed apprezzare le tante qualità del maestro; infatti, lo scorso anno, alcuni insegnanti e appassionati del mondo bandistico hanno costituito un’associazione a lui dedicata e promotrice di questo evento commemorativo. Al termine della celebrazione, i componenti della Banda “Maestro Rocco Quarta” hanno eseguito la marcia a lui dedicata. Il maestro Rocco Quarta (o meglio “mesciu Roccu” come ha voluto sottolineare don Raffaele) ha sviluppato un percorso formativo, completo di specifiche competenze all’interno di un modello educativo, a cui, ancora oggi, gli addetti ai lavori hanno l’obbligo di attingere al fine di ottenere lo stesso successo.