E dopo aver conseguito la laurea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ora si sta specializzando in Chirurgia generale al Policlinico universitario di Palermo.
Lunedì scorso è partita per l’Uganda con la speranza “che l’Africa mi dia la capacità di dare il peso giusto alle cose”, evidenzia la giovane dottoressa. La sua destinazione è l’ospedale di Matany, dove è approdata nelle scorse ore e dove trascorrerà i prossimi sei mesi nell’ambito del progetto JPO della Ong “Medici con l’Africa Cuamm”. In questo periodo di tirocinio sarà seguita da un medico tutor, e potrà confrontarsi con tutti i casi tipici e quanto mai delicati di un ospedale africano.
«Ho grandi aspettative da questa esperienza con il Cuamm, ho sempre sentito il desiderio di partire, anche per un breve periodo, per cercare di capire - spiega Antonella La Brocca - se è quello che voglio fare da grande. Anche il mio ragazzo è medico specializzando e chissà che un giorno non si possa andare insieme, come coppia. Penso che questa esperienza mi aiuterà a trovare delle risposte, a saper dare il giusto valore alle cose e alla vita: lì si torna un po’ all’essenziale e sono certa che questo mi farà bene come persona e per il mio futuro in generale».
Per lei, quindi, una missione impegnativa e formativa sia a livello professionale che umano. E la storia della giovane dottoressa intreccerà le vite e le storie degli ultimi del mondo, soprattutto dei bambini.
Infatti, l’ospedale di Matany - dove “Medici con l’Africa Cuamm” è presente dagli anni ’70 - conta 250 posti letto e, nel 2017, ha effettuato 23.520 visite ambulatoriali, 9.903 ricoveri, 1.161 parti (di cui 342 cesarei), 46.141 vaccinazioni e 5.031 visite prenatali.
E in particolare, l’impegno è dunque rivolto alle madri e ai bimbi nel programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”. Un progetto che in Uganda, come negli altri sei paesi di intervento del Cuamm, vuole garantire il parto assistito alle mamme e l’assistenza nutrizionale per loro e per i loro figlioletti dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita.
La valigia di Antonella, futuro chirurgo, è piena «soprattutto di spirito di osservazione, ascolto, della voglia di cercare di prendere il meglio da ogni situazione, dell’entrare in punta di piedi come ospiti a casa di altri», sottolinea la dottoressa di Monteroni, figlia di due insegnanti.
È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org: con 40 euro è possibile garantire ad una futura mamma il parto assistito. Per contribuire con il proprio 5x1000, il codice fiscale del Cuamm è 00677540288.
MEDICI CON L’AFRICA CUAMM
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana: Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Con oltre 1.600 operatori sia europei che africani appoggia 19ospedali, 45 distre
Il progetto “PRIMA LE MAMME E I BAMBINI. 1000 DI QUESTI GIORNI”
L’attenzione per la salute materno-infantile è una costante per Medici con l’Africa Cuamm, che nei sette paesi in cui è presente in Africa (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) porta avanti il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, puntando agarantire il parto assistito a 320.000 donne e l’assistenza nutrizionale per loro e i loro bambini nel periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei figli, mettendo in trattamento 60.000 bambini malnutriti. Sono 5 gli anni di intervento previsti (dal 2017 al 2021), 10 gli ospedali e i distretti di riferimento coinvolti, per un bacino di utenza di 3.000.000 di persone e un impegno economico di 15.000.000 di euro, in parte sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona, Compagnia di San Paolo, ma anche da donatori privati grandi e piccol