Piccole storie dalla Grande Guerra. Mario Perrotta porta in scena il “Milite ignoto”

L’Istituto Comprensivo “Salvatore Colonna” di Monteroni è in fermento poiché il prossimo 24 maggio alle ore 20.30 ospiterà, presso Live Area Eventi – piazza Falconieri, Mario Perrotta (Lecce, 1970)

con il suo lavoro “Milite ignoto – Quindicidiciotto” tratto da “Avanti sempre” di Nicola Maranesi e dal progetto “La Grande Guerra - i diari raccontano” a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi; lo spettacolo è stato scelto da Radio 3 Rai per il centenario della Grande Guerra.

La manifestazione sarà realizzata in collaborazione con il Comune di Monteroni di Lecce, l’Università del Salento, la Biblioteca Comunale di Monteroni, il Teatro della Busacca e l’Associazione Culturale “Civilia”. “Milite Ignoto”, afferma Perrotta, “nasce poiché siamo nel centenario della Prima Guerra Mondiale e nel caso specifico il mio interesse è mirato al dramma linguistico di questi poveri «Cristi» mandati in trincea, ognuno con la propria lingua e di conseguenza non riescono a capirsi. Poiché da anni seguo un percorso sui dialetti italiani mi è sembrata un’ottima occasione mettere tutti i dialetti italiani nello stesso personaggio”. Aggiunge: “Ho scelto questo titolo perché la prima guerra mondiale fu l’ultimo evento bellico dove il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario, mentre da quel conflitto in poi, anzi, già negli ultimi sviluppi dello stesso, il milite, appunto, divenne, ignoto. E per ignoto ho voluto intendere «dimenticato»: dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce. Nella prima guerra mondiale, gradatamente, anche il nemico diventa ignoto, perché non ci sono i campi di battaglia per i “corpo a corpo”, dove guardare negli occhi chi sta per colpirti a morte, ma ci sono trincee dalle quali partono proiettili e bombe anonime, senza un volto da maledire prima dell’ultimo sospiro. E nuvole di gas che coprono ettari di terreno e radono al suolo interi battaglioni senza un lamento […]. Uno sparare nel mucchio insomma, un conflitto spersonalizzato in cui gli essere umani coinvolti sono semplici ingranaggi del meccanismo e non più protagonisti eroici della vittoria e della sconfitta”.  

E proprio per questo  Mario Perrotta, come sempre accade nel suo lavoro, andrà controcorrente e la sua attenzione sarà diretta alle piccole storie, agli sguardi e alle parole di singoli uomini che hanno vissuto e descritto quegli eventi dal loro particolarissimo punto d’osservazione.  Egli desidera sottolineare: “Questo è il compito del teatro, o almeno del mio teatro: esaltare le piccole storie per gettare altra luce sulla grande storia”. Si tratta di uno spettacolo che ripercorre un passato di cui tutti noi abbiamo bisogno: un’opportunità da non perdere.

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