sia dei tanti genitori e nonni accorsi per assistere allo spettacolo dei propri prediletti sia degli stessi ragazzi, veri protagonisti dell’“insolito” progetto realizzato nelle aule e concluso in un teatro con un vero sipario. Il dialetto è divenuto, oramai, una forma d’arte, d’eccellenza poiché lo studio di questa lingua consente di ripercorrere un itinerario antropologico e storico mediante un suo modo di esprimersi e di comunicare; si tratta di conservare un patrimonio culturale da tramandare nel tempo.
Gli studenti della secondaria, inclusi quelli stranieri, hanno apprezzato fortemente il percorso di formazione diviso in varie parti: poche lezioni frontali, esercitazioni di scrittura e di lettura e traduzione con recitazione e drammatizzazione di due canti dell’Inferno dantesco riportato nella realtà odierna.
È stata l’Associazione Culturale Teatrale “Mario Perrotta” di Lecce che, attraverso i suoi promotori, ha intessuto un intenso rapporto con i ragazzi fino a coinvolgerli nella serata finale realizzata presso il “Live” sito in piazza Falconieri di Monteroni di Lecce. I generatori principali di tale iniziativa si possono individuare nelle persone come Gina Pennetta, insegnante di Sociologia e Criminologia nei Corsi di formazione della Regione Puglia; Paolo Stanca, avvocato, ex dirigente della banca d’Italia, direttore artistico dell’associazione teatrale e attore insieme ai compianti Mario Perrotta e Raffaele Protopapa, antesignani e fondatori del Teatro dialettale leccese; Annarita Maggipinto, laureata in Scienze della Formazione con perfezionamento in Criminologia e Analisi della Devianza.
Questi personaggi si sono spesi gratuitamente al fine di montare uno spettacolo teatrale che ha visto coinvolti anche diversi insegnanti della Scuola Secondaria di Primo Grado “Salvatore Colonna” sempre coadiuvati dalla Dirigente Scolastica Maria Rosaria Manca la quale ha ribadito l’importanza di tale iniziativa affinché “il dialetto possa considerarsi una lingua dalle tante sfumature che la nostra lingua nazionale alcune volte non riesce a spiegare nel dettaglio”. La serata finale, sostenuta dalla Gioielleria “Maniglia” di Monteroni, ha piacevolmente coinvolto il numeroso pubblico pronto a chiedere un ulteriore approfondimento del tema che certamente la Scuola saprà offrire con lo studio attento e proficuo dimostrato in questa indimenticabile esperienza culturale e soprattutto sociale.