e con il patrocinio del Comune ha organizzato un incontro, curato dalla segreteria della professoressa Patrizia Carignani, sul tema “Democrazie e Utopia” alla presenza di un’alta personalità dell’Accademia dei Lincei come il filosofo Massimo Cacciari. Dopo i saluti della dirigente scolastica Maria Rosaria Manca e del sindaco Angelina Storino, l’illustre ospite è stato introdotto dalla professoressa Manolita Francesca, ordinario di diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento.
“Nel momento in cui va tutto male, noi diventiamo patologici e quindi tutto sembra lontano dall’utopia”: così ha esordito il filosofo Cacciari suggerendo subito dopo un percorso di riflessione per conquistare il diritto al conseguimento della felicità attraverso gli scritti di Eduardo Galeano. Lo scrittore uruguayano ci ha lasciato questo messaggio: “L’utopia è là nell’orizzonte. Mi avvicino di due passi e lei si distanzia di due passi. Cammino dieci passi e l’orizzonte corre dieci passi. Per tanto che cammini non la raggiungerà mai. A che serve l’utopia? Serve per questo: perché io non smetta mai di camminare”. Un autorevole supporto al messaggio di Cacciari è stato tratto da Gaetano Filangieri, famoso pensatore napoletano del Settecento, il quale nell’opera “La scienza della Legislazione” esprime un interessante concetto sulla ricerca della felicità attraverso l’acquisizione dei diritti dell’uomo: “Le buone leggi sono l’unico sostegno della felicità nazionale”.
Cacciari ha poi aggiunto: “La democrazia presuppone che vi sia un continuo controllo della pubblica opinione organizzata” e ha voluto citare l’opera di Tommaso Moro “L’utopia”, sempre attuale e non da considerare come uno scritto di fantasia. “Si tratta di una profezia secolarizzata poiché dalla sua analisi è possibile realizzare un progetto limite affinché si ricavi un fine”; è una chiara esortazione a ritrovare nuovi valori nella società e soprattutto nei governi. “La politica ha la missione di renderci felici. Serve a farci stare bene!”: il progetto di Tommaso Moro, afferma il filosofo, “è ispirato da Dio e pertanto la verità progettuale ha bisogno di un’ispirazione divina”. La nostra società, quindi, necessita di determinate esigenze vitali; Cacciari ne indica un itinerario: “Non ci può essere un benessere privato ma soltanto pubblico e si raggiunge la felicità attraverso una forma di stato che assicuri tutti i cittadini”.
Teoria e prassi sviluppano insieme una politica scientifica attraverso l’utopia che è legata alla democrazia. Quest’ultimo termine è stato fortemente rilevato dall’insigne ospite il quale ha più volte sottolineato che “la democrazia funziona se esiste un’opinione pubblica informata e preparata e conosce i bisogni utili per la collettività”. La lezione di Massimo Cacciari, sempre precisa e particolareggiata, ha contribuito a stimolare un intenso dibattito sulla vita reale del Paese e dei suoi cittadini al fine di fornire itinerari di riflessione utili a migliore il presente nella prospettiva del futuro.