“L’altro è un dono: è scritto all’inizio del messaggio che il Papa ha affidato alla Chiesa per la Quaresima. Il nome di questo altro è Lazzaro, quello della storia narrata da Gesù nel vangelo secondo Luca. È lui che «ci insegna che l’altro è un dono» e che «la giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore». Alla fine del messaggio il Papa ripete un’espressione che gli è usuale e cara: la cultura dell’incontro. Vi fece ricorso anche nell’esortazione Evangelii gaudium, per indicarla come condizione per diventare «popolo» (n. 220). Quando ne parla, Francesco non pensa ai grandi meeting, ai congressi, ai festival … No.
Egli pensa alla vita quotidiana. Nell’omelia del 13 settembre 2016 a commento del racconto evangelico della vedova di Nain, disse: «Se io non guardo - non è sufficiente vedere, no: guardare - se io non mi fermo, se io non guardo, se io non tocco, se io non parlo, non posso fare un incontro e non posso aiutare a fare una cultura dell’incontro… Ogni incontro è fecondo, ogni incontro restituisce le persone e le cose al loro posto».
Queste parole somigliano moltissimo a quanto Romano Guardini scriveva in un suo importante saggio dedicato all’incontro, che avviene «solo quando riconosco l’altro come persona; gli riconosco la libertà di esistere nella sua identità ed essenza; acconsento a che diventi centro di gravità a se stesse e provo viva sollecitudine affinché ciò avvenga davvero». Tutto, pero, è completato e reso addirittura possibile dal secondo appello che Francesco inserisce nel messaggio quaresimale: la Parola è dono. Il tempo forte della Quaresima, difatti, è per noi cristiani invito a rivolgerci totalmente alla Parola di Dio.
«L’uomo vivrà di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»: è questa la grande proclamazione di Gesù, che la Chiesa ripete la prima Domenica di Quaresima. Tra i due doni, dell’altro e della Parola, c’è un nesso di reciprocità perché, come spiega il Papa, «la Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello»”.