Personalmente mi piace ricordarlo a partire dagli ultimi suoi giorni di vita, nella Casa Famiglia di Alberobello, dove si era ritirato, dopo aver concluso il suo lungo servizio episcopale a Lecce. Era molto malato, il tumore non gli dava più scampo. Siamo andati a trovarlo io e Don Nicola Macculi. Con un filo di voce , ma con grande lucidità, ha chiesto a noi notizie sulla Diocesi; abbiamo poi parlato dei problemi sociali più urgenti e dell’impegno della Chiesa italiana. Ancora una volta ha dato prova di una capacità di analisi non comune. Abbiamo pregato un po’ e alla fine, congedandoci, ha sussurrato all’orecchio mio e di don Nicola queste parole: “non abbiate paura della sofferenza, Dio ci è vicino”. Cinque giorni dopo, il 29 maggio 2011, Mons. Ruppi lasciava questo mondo.
Nato ad Alberobello il 6 giugno 1932, è ordinato sacerdote il 18 dicembre 1954, è stato professore nel Pontificio Seminario di Molfetta, collaboratore fisso della “Gazzetta del Mezzogiorno” e suo inviato speciale nei viaggi apostolici di Paolo VI, Segretario aggiunto della Conferenza Episcopale Pugliese. Il 13 maggio 1980 è nominato Vescovo di Termoli-Larino e ordinato il 29 maggio 1980. Il 7 dicembre 1988 è nominato Arcivescovo Metropolita di Lecce, il 17 -18 settembre 1994 accoglie Sua Santità Giovanni Paolo II nella nostra Diocesi, l’8 giugno 1999 viene eletto Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, in tale veste si adopera per la creazione della Facoltà Teologica Pugliese. Il 18 aprile 1998 apre la prima sessione del Sinodo Diocesano che si conclude il 22 ottobre 1999. Durante il suo ventennio di Episcopato a Lecce svolge tre visite pastorali, accoglie i profughi, provvede al restauro di numerose Chiese, ridà splendore a Piazza Duomo e all’antico Seminario, consegna ai nuovi quartieri della città di Lecce e dei paesi della Diocesi nuove Parrocchie, scrive numerose Lettere pastorali con le quali incoraggia a un’attività pastorale attenta ai cambiamenti sociali.
La possibilità di un rinnovamento autentico ed efficace dipende molto dalla capacità di saper trattenere e valorizzare ciò che abbiamo ricevuto. E da Mons. Ruppi la Chiesa di Lecce ha ricevuto molto.