In altri termini, superare una mentalità prevalentemente incentrata sull’organizzazione dell’esistente per favorire un approccio «generativo» che ha a cuore prima di tutto le persone e cerca di raggiungerle nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo, delle fragilità, della tradizione e della cittadinanza.
È la proposta formulata nel suo nuovo libro - "Il ministero generativo. Per una pastorale delle relazioni", edito dalle Dehoniane - da mons. Marcello Semeraro, sostenitore di una pastorale parrocchiale capace di comprendere le domande e le possibilità di annuncio del Vangelo in una stagione che chiede una sorta di «transumanza» verso una regione dove le azioni ecclesiali siano più esplicitamente modulate sull’esperienza di vita delle persone e sui loro passaggi vitali.
«Generatività - spiega don Marcello (così continuano a chiamarlo a Monteroni) - è, in concreto, ricevere qualcosa dal passato e accoglierlo, facendo nascere qualcosa nel presente per trasmetterlo alla generazione successiva. È ben più della semplice consegna di un “testimone”, di un materiale “ricevere/trasmettere”. Qui si tratta di un accogliere una realtà viva e farla crescere perché sia trasmessa come dono vitale».
Marcello Semeraro, nato 68 anni fa a Monteroni - dove torna volentieri per trascorrere brevi periodi di riposo - attualmente è vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali per l'aiuto al Santo Padre nel governo della Chiesa universale. Membro della Congregazione delle cause dei santi, è vescovo delegato per la Dottrina della Fede, Annuncio e Catechesi. Docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Lateranense, è presidente del consiglio d'amministrazione del quotidiano Avvenire. È autore di numerose pubblicazioni teologiche e pastorali. Di recente ha scritto la prefazione di un volume della Libreria Editrice Vaticana dal titolo "Le opere di misericordia. Centro della nostra fede". Una raccolta di testi di Papa Francesco sui temi del Giubileo.