In Piazza Falconieri il monumento alle nostre radici. Evviva il potere dei segni...

Don Tonino diceva che i segni hanno un potere immenso. E che trasmettono messaggi senza fare rumore. Educano senza aprire bocca. Narrano, senza giri di parole, il vissuto di una comunità. Smascherano quella che tutti chiamano la "cultura" di un popolo.

 Ebbene, arriva Natale con i suoi segni e i suoi simboli. Che raccontano... Raccontano - molto meglio di una ricerca sociologica - di un sentire troppo lontano dalla verità, dall'essenziale e dalla storia. Sconfessano le ipocrisie di chi si inchina, togliendosi il cappello, alla fede dei padri. Inchiodano le incoerenze nascoste dietro superficiali pratiche prive di sostanza.

 

Maestoso. Imponente. Bello rosso. È il babbo-albero di Natale che dall'alto sovrasta, 'osserva' e 'controlla' per queste feste Piazza Falconieri. È coerente col Natale? Certo che è coerente! E soprattutto è coerente con l'altro Natale, quello dei luccichii e delle apparenze. Con quel Natale che prova a cancellare la profondità del mistero. Con quel Natale che va di moda e se ne infischia della verità proprio in tempi in cui in tanti invocano - senza senso - il ritorno alle radici, alle tradizioni, alle origini.

 Siamo sicuri che passando da Piazza Falconieri i bambini riconosceranno il vero Natale? Ne scopriranno le autentiche radici? Saranno capaci di leggerne il significato gravido di storia?

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