Ci sono le parole e gli atti ufficiali. E poi ci sono i rumori di fondo. I primi raccontano di un colpo di spugna improvviso e inaspettato: di una sorta di solitaria spedizione punitiva assecondata dalla legge che ha messo un punto al primo anno di esperienza amministrativa a guida Storino. I secondi, invece, saranno pure sussurri di paese ma rivelano di un fuoco che covava sotto la cenere già da qualche tempo: come se la fulminea e autonoma scelta del sindaco Storino fosse dietro l'angolo. L'ipotesi dei rumors, dunque, non concede margini alla 'ambiziosa e immodesta illusione' di Tg Monteroni di aver, in qualche modo, stimolato la riflessione dopo le considerazioni di domenica scorsa che si appellavano a primo cittadino ed esecutivo, reclamando un'accelerata e una ripresa della marcia di cambiamento promessa in campagna elettorale. Chissà... Solo il primo cittadino, un giorno, potrà fare luce sul legittimo dubbio.
Scrivevamo appena sette giorni fa a proposito della polemica di Palazzo sulla durata degli incarichi dei dirigenti: “Ai cittadini interessa che chi occupa quel ruolo.... sia un professionista serio e competente e abbia tanta voglia di mettere a disposizione della comunità ciò che sa fare”. Non cambia il nostro parere sui criteri del rimpasto che ci auguriamo non si esaurisca in una vuota bolla di sapone. I cittadini sono consapevoli di aver eletto 16 consiglieri comunali (e non 16 assessori 'in pectore') e di aver affidato la città a un sindaco libero di attorniarsi nell'azione amministrativa di persone competenti, capaci e oneste. Non di numeri o di quote.
In altre parole, se nel consiglio comunale non ci fossero le persone giuste per il posto giusto sarebbe incoerente affidarsi alle alchimie da 'Prima Repubblica' - mai finite in un museo archeologico - per nominare i nuovi assessori. Il sindaco abbia il coraggio di guardarsi intorno, di cercare anche oltre il recinto del consiglio comunale, di 'cambiare' rispetto a ciò che “puzza di vecchio e di irrecuperabile” e di 'cambiare' chiudendo le orecchie alle 'sirenate' dei partiti e dei gruppi consiliari di maggioranza che reclamano il posto in giunta. Il posto in giunta è anzitutto una questione di fiducia personale non di un'indicazione delle segreterie politiche. Il posto in giunta non è una coppa disciplina. Il posto in giunta è una questione di competenze e non di calcoli elettorali: non avrebbe senso l'autonomia del primo cittadino, 'costretto' comunque a doversi affidare nella composizione dell'esecutivo solo guardando alle 'classifiche'. Il responso delle urne può essere uno dei criteri di scelta ma non il solo. Anche i cosiddetti 'tecnici' avranno anima e coscienza. La loro motivazione? La fiducia del capo della giunta.
Dovere di un sindaco - in definitiva - non è quello di 'accontentare' i partiti ma di ascoltare la città e offrirle soluzioni e opportunità. Dovere di un sindaco, nei limiti del possibile e del consentito, è quello di 'accontentare i suoi concittadini', cioè di 'farli contenti', cioè di convincerli che si può essere felici anche vivendo a Monteroni. E per questa missione il sindaco Storino ha bisogno di persone di sua fiducia: competenti, capaci e oneste. Monteroni crede ancora nel cambiamento di rotta. E crede nel suo sindaco-donna, al quale un anno fa ha affidato le chiavi della città, certa che avrebbe aperto nuove prospettive e nuove speranze e che avrebbe tenuto lontana dal palazzo l'ombra dei commissari. In questi giorni di 'crisi', la comunità ha apprezzato la sua determinazione – in tanti un anno fa si chiedevano se all'occorrenza sarebbe stata capace di battere i pugni e di farsi rispettare rivendicando le prerogative che la legge riserva ai primi cittadini – ma ora si aspetta una ripartenza decisa e decisiva. Un coraggioso colpo di reni.
Si aspetta, ad esempio, che al prossimo incendio che - con i dovuti scongiuri - dovesse disgraziatamente svilupparsi in aree di competenza comunale, il sindaco non si limiti a congratularsi con i volontari e con i Vigili del fuoco che avranno ancora una volta scongiurato danni peggiori e a chiedere alla cittadinanza di evitare comportamenti lesivi dell'incolumità dei luoghi e delle persone. Ma che dopo aver ottemperato a questi compiti, indaghi pure sulle responsabilità di chi dovrebbe evitare a monte che certi episodi accadano, ne prenda atto e agisca di conseguenza adottando severi provvedimenti. Altrimenti qual è il senso di un'Ordinanza contro il rischio-incendi con multe belle salate a carico dei cittadini imprudenti? Sono sempre stati gli esempi a trascinare.
Ce la farà? Sappiamo bene che troppo spesso la politica si tiene a galla sulle paludi del compromesso e degli accordi dietro le quinte e che senza l'appoggio della maggioranza un sindaco solitamente non fa mai molta strada. Ce la farà ad affrontare il rischio della sfiducia? E quanti dei suoi avranno l'audacia di seguirla? Le prossime ore saranno decisive: risulterà facile individuare quale carburante avrà alimentato il motore della svolta. In bocca al lupo, sindaco.